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"Io al Viminale? Mi piacerebbe, ma...". La rivelazione di Salvini

Il segretario della Lega a Quarta Repubblica: "Io alle Infrastrutture? Voglio fare cose utili". E si dice sorpreso di Giorgetti all'Economica

"Io al Viminale? Mi piacerebbe, ma...". La rivelazione di Salvini

Un Matteo Salvini dal volto disteso, quasi contento per la soluzione delle “piccole incomprensioni” tra Meloni e Berlusconi. Il sorriso di un uomo che sa di essere arrivato (quasi) alla fine della lunga strada che porta all’esecutivo. Il tutto incassando, forse a sorpresa, anche “un ministero così importante” come quello dell’Economia con Giancarlo Gioretti. Intervistato a Quarta Repubblica da Nicola Porro, il segretario della Lega non si sbilancia del tutto sui nomi del Meloni I. Ma alcune indicazioni le dà.

La prima, riguarda le tempistiche: “Penso che lunedì prossimo avremo i ministri in carica”, tempo tecnico insomma per le consultazioni di Mattarella (“non possiamo mica auto-nominarci”) e un incarico lampo. Poi, sarà tempo di “superare la legge Fornero”, portare a termine il ponte sullo Stretto di Messina, affrontare il nodo bollette e tutte le riforme necessarie, compresa quella sulla giustizia. Già, ma con chi?

Sul Viminale, benché Salvini confermi che “mi piacerebbe continuare fare” il ministro dell'Interno, l’accordo sembra ormai portare al nome di Matteo Piantedosi, “uno dei migliori servitori dello Stato che io conosca”. "Non so se finirà così", dice Salvini, ma in ogni caso la nomina del prefetto di Roma sarebbe in “continuità” con le politiche del segretario leghista: “I decreti sicurezza - dice Salvini - li abbiamo scritti insieme”. Il colpo a sorpresa è sicuramente la casella del ministero dell’Economia, che dopo anni di tecnici dovrebbe tornare in mani “politiche”. “Non era in preventivo - ammette il Capitano - che il più importante fosse in capo alla Lega: ma se gli alleati lo chiedono al Carroccio, per me è motivo di vanto, non è male. Poi i giornali hanno giocato al Giorgetti contro Salvini ma è falso”.

Diversa la questione Roberto Calderoli. Dopo il “passo indietro” che ha permesso a Ignazio La Russa di salire alla guida di Palazzo Madama, a lui dovrebbe andare il ministero per le Autonomie. Qui Salvini immagina di accorparlo a “a quello delle Riforme come era una volta”. Resta da vedere, però, come si risolverà la casella del ministero della Giustizia: se dovesse andare a Carlo Nordio, le Riforme a quel punto potrebbero finire in mano a Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un nodo ancora da sciogliere.

Per se stesso, Salvini al momento non riserva nulla. Pare che dovrebbe ottenere il ministro delle Infrastrutture (“c’è qualcuno, come Edoardo Rixi, che lo farebbe meglio di me”).

Se così fose, le idee sono chiare: realizzare il ponte sullo Stretto che “crea 120mila posti di lavoro; e poi “tagliare burocrazia, sovrintendenze, c’è tanto lavoro da fare”.

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