Da settimane ogni ritorno dei corpi dei rapiti è stato un evento fondamentale per Israele, come il funerale di due ragazzi, Omer Nutra e di Itay Chen, che sono stati più che onorati, accompagnati lungo la lunga strada verso la sepoltura da cittadini con le bandiere e il pianto in gola. La memoria, i meriti e i demeriti del governo, l'intervento Usa... tutto ha seguito la speciale strada dell'emozione d'Israele, la dimensione lillipuziana del Paese, la vicinanza dei cittadini anche di idee moto diverse, il valore, il fatto che non c'è famiglia che non sia stata in qualche modo cambiata da questi due anni di guerra. Ma il ritorno di Hadar Goldin è diverso, anche se ci sono ancora 4 corpi nelle mani di Hamas, di fatto è una pietra miliare in questa guerra che cerca conclusioni e deve imboccare la seconda fase, quella del disarmo di Hamas e di Gaza libera, mentre Hamas si aggrappa alla sua determinazione terrorista. Il meccanismo è pronto, la Turchia è fuori, l'Egitto messo in standby, i patti di Abramo si allargano, gli Usa comandano il nuovo Cmcc (Centro di coordinamento civile-militare, tutto il meccanismo umanitario. Trump scalpita.
Goldin era un soldato luminoso e sorridente della divisione Givati, figlio di intellettuali. A Gaza all'inizio di una tregua di 72 ore di Tzuk Eitan (Margine di protezione), nell'agosto 2014 Hamas spara sui soldati che inseguono i terroristi in una galleria. Là verranno uccisi tre soldati e il corpo di Hadar trascinato nel buio del tunnel. Hadar spariva nel nulla. Adesso, in uno dei mostruosi giochi che Hamas fa con la morte, Hamas voleva scambiare il corpo di Hadar con i 250 terroristi rimasti intrappolati nei tunnel di Rafah, ma su questo Israele è adamantino: uno scambio c'è già stato, 2000 prigionieri palestinesi sono abbastanza.
Le cose non sono semplici e ancora si cerca di capire come siano andate: i genitori di Hadar hanno condotto una lotta senza frontiere, è loro il mutamento semantico dalla parola "corpo" a quella di "disperso" nel movimento per la restituzione, il loro soldato "missing in action" è diventato invece il simbolo vivente della fedeltà di Israele ai suoi soldati vivi o morti. Leah e Simcha, soli per anni, sono stati i predecessori di tutto il movimento per i rapiti vivi e uccisi: ogni ragazzo israeliano ventenne potrebbe essere Hadar, e la coppia Goldin non è mai stata dalla parte del cessate il fuoco senza prezzo, ma ha sostenuto la strada di costringere a consegnare gli ostaggi per amore o per forza.
Ha sempre saputo che il ritorno di Hadar certificava la forza, non la debolezza di Israele. La loro guerra dei 4118 giorni è adesso anche la strategia di Netanyahu sostenuto da Trump; certo Witkoff e Kushner arrivano in Israele anche per allineare la volontà israeliana a quella americana. Forse Hamas ha ricevuto, come si mormora, un prezzo in cambio di Hadar, ma se esso si combina con la consegna delle armi, Netanyahu avrà ottenuto il sogno di tutti, il ritorno degli ostaggi, mentre sta per aprirsi la fase della neutralizzazione di Hamas ("volontaria o per forza" dice Trump) combinata all'allargamento dei patti di Abramo.
Strada impervia, dal carattere ancora vago, Hamas farà ancora di tutto per ritardare quel momento, ma esso è nei programmi israeliani, americani, sauditi, egiziani..l'alleanza punta allo stesso risultato. Hadar Goldin è tornato a casa, Israele si emoziona e si rimette al lavoro.