
Più occupazione stabile e, di conseguenza, meno precarietà. Nei primi sei mesi del 2025 sono stati attivati 4.252.592 nuovi posti di lavoro a fronte di 3.315.548 cessazioni con un saldo positivo di 937.044 posti (erano stati 948.485 nel primo semestre 2024). Il saldo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel periodo è stato di 256.584 unità in aumento rispetto ai 243.207 registrati nello stesso periodo del 2024).
Una pessima notizia per la Cgil di Maurizio Landini e per la sinistra che hanno fatto della denuncia del precariato il loro cavallo di battaglia. I segnali incoraggianti erano già arrivati qualche settimana fa dall'Istat secondo cui nel secondo trimestre 2025, l'occupazione al Sud segna un record storico, con il tasso che per la prima volta supera il 50 per cento. E ieri il trend è stato confermato anche dai numeri diffusi dall'Osservatorio Inps sul mercato del lavoro che registra a giugno 2025 un saldo annualizzato positivo pari a 352.000 posizioni di lavoro del settore privato. I contratti a tempo indeterminato pesano per oltre il 92% su questa variazione tendenziale con un saldo pari a +325.000 rapporti di lavoro. Non solo. Le trasformazioni da tempo determinato tra gennaio e giugno 2025 sono risultate 405.000, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024 (+5%). Crescono anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo (+7%), passate da 55mila nel primo semestre 2024 a 59mila nello stesso periodo del 2025. Le cessazioni nei primi sei mesi del 2025 sono state circa 3.316.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (-2,9%). Sempre nel corso del primo semestre, le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati - comprendenti sia nuove assunzioni che variazioni contrattuali - registrano una crescita significativa pari al 24% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (esclusa la misura Decontribuzione sud in quanto non più valida per le nuove attivazioni avvenute dal 1° luglio 2024).
Confortante anche il saldo delle posizioni di lavoro negli ultimi 4 anni, ovvero del periodo compreso tra giugno 2021 e giugno 2025, che è stato positivo per 1.976.914 unità, e quello per il tempo indeterminato di 1.287.973 unità. Il risultato è stato possibile soprattutto grazie al settore dell'alloggio e la ristorazione con 481.714 unità complessive in più (160.326 a tempo indeterminato), del commercio (+260.723 il saldo complessivo) e delle costruzioni con 286.150 unità in più su giugno 2021. Rispetto a giugno 2024 si registra un saldo positivo di 351.789 unità (325.285 per i contratti stabili). Non è solo una questione di numeri, dunque, ma è anche la qualità del lavoro che cambia con le posizioni a tempo indeterminato in continuo aumento. Landini e compagni così perdono i loro vecchi cavalli di battaglia. Forse anche per questo si dedicano agli appelli strappa-applausi per Gaza e agli annunci di scioperi generali pro-Pal per fomentare un autunno caldo che con il lavoro non c'entra proprio niente.
"L'Italia è diventata la realtà economica più in salute d'Europa e quella più in salute del G7. I dati sull'occupazione ci dicono che non abbiamo mai avuto tanti occupati nella storia d'Italia, non abbiamo mai avuto un'occupazione femminile così alta. Sale l'occupazione stabile e si riduce il precariato", ha sottolineato ieri Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all'Abruzzo Economy Summit di Pescara.
"Oggi cade l'anniversario dei tre anni dalla vittoria nel centrodestra alle elezioni", ha chiosato Fazzolari pensando al bilancio ereditato da altri, "abbiamo dimostrato che con delle scelte attente i conti dello Stato possono essere messi a posto e questo poi ha delle importanti ricadute".