Jill e Hunter in pressing: il "cerchio magico" di Joe che spacca lo Studio Ovale

Il "cerchio magico" della famiglia ha isolato Biden. I collaboratori non sanno cosa stia accadendo

Jill e Hunter in pressing: il "cerchio magico" di Joe che spacca lo Studio Ovale
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«In America non esistono Re!», ha ricordato Joe Biden, criticando lunedì la decisione della Corte Suprema che ha accordato a Donald Trump una sostanziale immunità da molti dei suoi guai giudiziari. Non ci sono Re, ma certo ci sono le Corti, i cosiddetti «inner circles», i cerchi magici. E quello di Biden, dalla scorsa settimana, viene analizzato e criticato con una virulenza che finora la stampa Usa mainstream aveva riservato solamente a Trump. È l'«oligarchia Biden», come l'ha definita Axios, ad avere convinto l'anziano presidente a continuare la corsa per la Casa Bianca, nonostante il disastroso duello tv col tycoon, le bordate dei media, le voci di defaillance fisiche e mentali «sempre più frequenti e preoccupanti», il crescente malumore nel partito.

Una Corte che ha a capo la first lady Jill, prima vestale della «legacy» del marito - «non lasceremo che sia ricordato solo per quei 90 minuti», ha detto a Vogue. Lei che nel raduno di domenica a Camp David avrebbe convinto tutta la famiglia a fare quadrato attorno al presidente, esortandolo a continuare. Gli occhi e le orecchie di Jill nello Studio Ovale sono diventati, a sorpresa, quelli di Hunter, il figlio scapestrato del presidente, in un rapporto che nelle ultime settimane, e ancora di più negli ultimi giorni, si sarebbe fatto sempre più stretto. Mentre il marito era impegnato in Francia, Jill ha fatto avanti e indietro in aereo tra l'Europa e il Delaware (costo: 345mila dollari), per assistere alle udienze del processo nel quale Hunter è stato condannato per il possesso illegale di una pistola ai tempi in cui faceva uso di crack. Membri dello staff della Casa Bianca hanno rivelato alla Nbc di essere rimasti «scioccati», dopo il conclave di Camp David, per l'improvvisa presenza del figlio del presidente, «intervenuto» nelle conversazioni e negli incontri che Biden ha avuto con i suoi assistenti. Addirittura, Hunter avrebbe messo bocca nel discorso che i «ghost writer» avevano preparato dopo la decisione della Corte Suprema su Trump.

La famiglia, Jill in testa, avrebbe steso attorno al presidente un cordone sanitario, isolandolo da alcuni dei suoi consiglieri ufficiali e alimentando i malumori dentro e fuori dallo Studio Ovale. «Ci viene detto di continuare a lavorare come se niente fosse accaduto, ci nascondono la verità su cosa sta succedendo», ha lamentato un membro anonimo dello staff, descrivendo il clima alla Casa Bianca. Jill è «la ragazza di Filadelfia che protegge Biden dalle cattive notizie», l'ha definita il New York Times.

Lo scudo della vestale potrebbe non bastare più. Lo stesso Biden - la Casa Bianca ha smentito - avrebbe confessato a un «alleato chiave» di essere disposto a farsi da parte, se nei prossimi giorni sarà chiaro che la campagna «non può più essere salvata».

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