"Bastava applicare le procedure previste" e i Paesi che non rispettano le regole del Patto con l'Unione Europea sarebbero stati sanzionati. Eppure il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha deciso di fare altrimenti e il perché lo spiega in un'intervista ad alcuni quotidiani europei, tra i quali anche Repubblica.
"Ho preferito ascoltare, come deve fare un politico", spiega Juncker, convinto che da "alcuni Paesi saranno necessari sforzi supplementari. Ma un conto è dire chiaramente come e perché non si rispettano gli impegni del Patto. Un altro è punire con sanzioni e procedure". E d'altronde Italia, Francia e Belgio hanno già inviato "lettere con impegni precisi e circostanziati".
Juncker risponde anche a una domanda sul cosiddetto caso LuxLeaks, che lo vede implicato. Se non ha risposto subito alle accuse che gli venivano mosse, spiega è perché "quelle che mi rivolgevano non erano domanda ma attacchi personali. La mia posizione è chiara, e l'ho espressa chiaramente durante la campagna elettorale. Secondo me le tasse si devono pagare nel Paese in cui si realizzano i profitti".
Di un impegno ulteriore parla anche il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis
Dombrovski. "Tutte le opzioni procedurali - ha detto - restano aperte per la prossima primavera". Per il commissario all'Economia Pierre Moscovici il ruolo dell'Ue è "far rispettare le regole, senza creatività eccessiva".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.