Diana era la principessa del popolo (geniale definizione di Alastair Campbell per il discorso funebre di Tony Blair). Lei è la principessa dal popolo: Catherine Middleton detta Kate, commoner di nascita e di famiglia, una ragazza molto bella, molto sportiva, molto competitiva, della borghesia non alta ma ricca del Regno. Una nuova borghese capace di finire a Buckingham Palace, sposata all'erede al trono, titolata duchessa (di Cambridge). La commoner Kate non è l'aristocratica Diana, di famiglia Spencer, una delle più blasonate dell'isola, tanto che una volta Lady D rinfacciò al suocero Filippo: «Il mio titolo è più antico del tuo». Però Kate ha sposato il primogenito di Diana, e di lei è l'erede, non suo malgrado. Kate si è preparata per tutta la vita a diventare principessa; con la stessa pazienza con cui ha aspettato la proposta di matrimonio di William, e che le è valsa il soprannome di Waitie Katie, ha studiato il copione, le mosse, l'immagine, il talento, i passi falsi, gli errori, gli eccessi, i sorrisi, gli abiti, le fotografie della principessa. La più amata. Una icona irraggiungibile quanto il principino un sogno da raggiungere, due poster da appendere in cameretta.
Kate si è infilata nel ruolo di Lady D con tanto garbo da non avere infastidito nessuno. La sua ambizione, il suo essere stata cresciuta per arrivare dove in effetti è arrivata, le scuole giuste, le frequentazioni giuste, la seduzione giusta non hanno guastato l'effetto finale: Kate piace, la coppia reale è bella, affiatata, apparentemente felice, con due figli da copertina. Kate non è timida come lo era la giovane Diana Spencer con le guance rosse, però ha il sorriso dolce che la rende vicina alla normalità, ai guai e alle tristezze della gente comune. Kate indossa abiti low cost e l'anello di fidanzamento di Diana, ha avuto forse problemi di peso come Lady D, è una mamma attenta ma severa (l'hanno filmata mentre sgridava il principino George), flirta con i fotografi e sa come gestire la sua immagine con i media. L'ha imparato e programmato da tempo, a differenza di Diana che si è ritrovata fra le mani la sua popolarità e il suo carisma e ha dovuto costruirsi l'esperienza in diretta, vincendo spesso ma sbagliando anche, a sue spese. E, diversamente da Diana, bocciata due volte al diploma, Kate ha frequentato collegi e università prestigiose: è così che ha conquistato William. Oltre che col suo fisico atletico: va a cavallo, scia, corre, gioca a hockey.
Kate è stata accusata talvolta di essere una bamboletta, insomma una messa lì a fare solo bella figura, tanto non avrebbe impensierito Sua Maestà; si era detto, addirittura, che il Palazzo l'avesse spedita in psicoterapia prima ancora delle nozze, per non correre rischi. Niente colpi di testa, ribellioni, tormenti. Ma Kate ha imparato a fregarsene: in questo, sì, è molto diversa dalla mamma del suo William - il quale, per inciso, è molto diverso da suo padre Carlo... Kate non mostra fragilità, non lascia trasparire lati oscuri. A differenza di Diana ha avuto una infanzia felice, è circondata da una famiglia che la ama. E forse in questa perfezione sta il suo essere erede imperfetta e impossibile. Una volta Tina Brown, signora dell'élite mediatica anglosassone e autrice di The Lady Diana Chronicles, ha spiegato: «L'erede di Diana oggi? Non c'è.
Perché non c'è più mistero». Però quella che si avvicina di più, con semplicità e naturalezza, come fosse il suo destino, è la borghese Kate. Sicura, come è lei: che principesse si possa diventare, e pure principesse felici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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