È il momento giusto. L'offensiva ucraina contro l'aggressore russo, partita timidamente e senza ottenere finora grandi risultati, potrebbe chiaramente trovare un «boost» molto potente nel caos scatenato da Yevgeny Prigozhin contro Mosca, aprendo un fronte interno che potrebbe ribaltare gli esiti della guerra di Ucraina, anche se il dietro-front della sera confonde ancora di più le idee.
Ieri da Kiev sono arrivati commenti piuttosto cauti, infarinati nella prudenza di chi non pensava di ricevere un regalo così grosso e tanto presto e nella diffidenza di chi teme che un Prigozhin al Cremlino potrebbe essere peggio di Putin. «Tutto è appena iniziato in Russia», twitta di mattina Mychajlo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, che pensa a un punto di non ritorno: «La divisione tra le élite è troppo evidente. Non funzionerà mettersi d'accordo e fingere che tutto sia sistemato. Qualcuno deve sicuramente perdere: o Prigozhin o il collettivo anti-Prigozhin, il gruppo di Putin». Dopo qualche ora lo stesso presidente-attore dice la sua: «La debolezza della Russia è evidente. È debolezza su vasta scala. E più a lungo la Russia mantiene le sue truppe e mercenari sulla nostra terra, più caos, dolore e problemi avrà in seguito», dice sul suo canale Telegram, aggiungendo: «Chi sceglie la via del male distrugge se stesso. Chi invia colonne di soldati per distruggere vite umane in un altro Paese non può impedire loro di fuggire e di tradire quando la vita resiste».
Quello che conta è che con Mosca concentrata sul fronte interno si aprono praterie per la riscossa delle forze di Kiev. «È una finestra di opportunità», dice il viceministro della Difesa Ganna Malyar, augurandosi che la leadership militare e politica della Russia possa «combattere con noi e autodistruggersi». Ieri Valery Shershen, portavoce delle forze armate ucraine del comando sud (Tavria), ha annunciato la liberazione di posizioni nel Donbass, a Krasnohorivka, conquistate dai russi nel 2014. Kiev starebbe anche concentrando diverse brigate per un'offensiva nella direzione tattica di Bakhmutovsky. Ieri però l'Ucraina ha visto suonare allarmi aerei in tutto il territorio e nella capitale Kiev un grattacielo è stato colpito da un missile russo che ha causato la morte di tre persone.
Le cancellerie straniere guardano a quanto sta accadendo con trepidazione e diffidenza, la Russia storicamente è sempre un enigma e non si capisce davvero in che modo la guerra civile potrà influenzare l'esito della guerra. Di sicuro, come scrive l'americano Isw, l'istituto di studi sulla guerra, «avrà un impatto molto significativo». L'alto rappresentante europeo Ue per la politica estera Josep Borrell ha chiamato i ministri degli Esteri del G7 «per uno scambio di opinioni sulla situazione in Russia», anche in vista del consiglio affari esteri di domani. Anche il segretario di Stato americano Antony Blinken annuncia che resterà «in stretto contatto con gli alleati». Blinken ieri ha anche avuto una telefonata con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, secondo il quale i due hanno scambiato valutazioni «sugli eventi in corso in Russia, che stiamo osservando molto da vicino». Il presidente Joe Biden riceve continui briefing sugli sviluppi della situazione. «Si tratta chiaramente di una questione interna alla Russia. Il nostro sostegno all'Ucraina e a Volodymyr Zelensky è incrollabile», scrive in un tweet il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Tutti i leader europei confermano il loro sostegno all'Ucraina, da Emmanuel Macron a Giorgia Meloni. Si muove con i piedi di piombo Downing Street.
«Restiamo in contatto con gli alleati via via che la situazione si evolve», dice il primo ministro Rishi Sunak. Preoccupazioni doppie a Pechino, con il presidente Xi Jinping che supplica il «quasi» alleato russo: «Putin deve ripristinare l'ordine».
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