
Il grande colpo, il furto con destrezza che beffa la polizia è qualcosa che fa sempre colpo sull'immaginario. E alla fine, diciamolo, se non si è fatto male nessuno, si finisce a tifare un po' per il ladro. Un po' come quando il bandito Lutring, noto come il solista del mitra (che non usava mai), mandava mazzi di rose alle cassiere di banca che si spaventavano troppo. Di questa sensazione di mimesi col ladro presunto gentiluomo abbiamo parlato con Alessandro Moriccioni, autore di un vero e proprio vademecum sul tema: I ladri, i furti e le truffe più celebri della storia edito da Newton Compton.
Moriccioni perché i ladri finiscono per farci così tanta simpatia?
"Innanzitutto bisogna tener presente che ci sono ladri famosi che tra le loro caratteristiche hanno avuto anche quella di essere molto istrionici. Mi viene in mente il caso di Renato Rinino che divenne una vera e propria star dopo che il 26 febbraio del 1994, riuscì ad entrare nell'appartamento - nella villa di St. James's Palace a Londra ndr- di Carlo, principe di Galles. Fu lui stesso a rilevare la vicenda per sfruttare mediaticamente la vicenda. Divenne una specie di Lupin della riviera, era di Savona. All'inizio pretendeva addirittura di incontrare Carlo per rendergli il maltolto in cambio di una stretta di mano...".
Cos'è che ci rende simpatici questi criminali? Robin Hood?
"Quello è il prototipo di ladro gentiluomo che ruba ai ricchi per dare ai poveri... Nella Storia ne sono esistiti, erano dei ribelli al potere che per questo venivano considerati dei criminali. Al giorno d'oggi direi proprio che questo tipo di ladro non esiste più. Chi ruba generalmente lo fa per arricchirsi, non c'è una componente sociale".
Cos'è allora che affascina visto che il ladro gentiluomo è un mito del passato?
"Secondo me c'è una sovrapposizione molto forte tra la realtà e la visione cinematografica del ladro. Li immaginiamo come nei film mentre la realtà è spesso molto più cruda. Poi ovviamente c'è una componente di ammirazione verso la bravura. L'idea del gesto eccezionale, tecnicamente perfetto, a seguito del quale si sparisce per sempre con un tesoro a vivere nel lusso... ci piace. E in effetti sin dal Settecento sono esistite vere e proprie scuole di ladri. Tra i casi recenti mi viene in mente il furto al World Diamond Center di Anversa portato a termine da una banda di quattro componenti provenienti dalla così detta scuola di Torino. Ma è la Francia che per molti versi è famosa per avere dei ladri di grande professionalità".
Il Louvre è vittima per la seconda volta, il furto più famoso sino ad ora era ad opera di un italiano...
"Vincenzo Perugia che rubò la Gioconda di Leonardo da Vinci ma non fu un furto particolarmente complesso tecnicamente... Usò le scale di servizio e una porta secondaria, molto ottocentesco nella realizzazione. Per altro era davvero un ladro atipico...".
Anche in questo caso i ladri hanno usato una scala di servizio però se la sono portata...
"Il furto con scala e finestra rotta nei musei è molto più comune di quanto si possa pensare.
In questo caso a meno che non si tratti di un furto su commissione possiamo immaginare che i ladri rischino di fare poca strada, non sono gioielli facilmente vendibili. Ci piacciono i ladri da film, ma quelli veri per lo più fanno una fine diversa".