
Un partito di estrema destra siede nel Parlamento tedesco, prima forza di opposizione che contende ai conservatori il primato nelle preferenze della popolazione. Non è la Repubblica di Weimar, ma la Germania di oggi dove il servizio segreto interno (Bfv) ha aggravato la classificazione di Afd da «sospetta» ad «accertata» organizzazione estremista di destra. Per il partito nato anti-euro nel 2013 e radicalizzatosi negli anni è un duro colpo, ma probabilmente utile ad accrescere i consensi. Spiata dal Bfv dal 2021 per sospetto estremismo di destra, Afd subirà ora un'intensificazione delle intercettazioni e delle infiltrazioni da parte del servizio. Tuttavia, il partito non verrà vietato né escluso dalle elezioni o dal Bundestag dove occupa 152 seggi su 630, secondo dopo i 208 dei popolari Cdu-Csu.
Attesa da tempo, la decisione del Bfv piomba su una Germania già scossa dall'instabilità e potrebbe avere effetti paradossali rafforzando Afd, abile a recitare il ruolo di vittima degli avversari in parlamento che accusa di aver costituito una conventio ad excludendum contro il «partito del popolo». I sondaggi danno Cdu-Csu prime a pari merito con Afd al 25% o superate di un punto dalla formazione guidata da Alice Weidel e Tino Chrupalla. Tuttavia, per la socialdemocratica ministra dell'Interno Nancy Faeser, la valutazione del Bfv è stata indipendente: «Nessuna influenza politica». Inoltre, «non vi è alcun automatismo» con una messa al bando di Afd. La procedura può essere avviata dal governo o dal Parlamento e culmina con la decisione della Corte costituzionale federale. Finora, solo due sono stati i divieti: per i neonazisti Srp (1952) e i comunisti Kpd (1956). Nel caso di Afd, l'avvio del procedimento che in molti già invocano potrebbe essere accelerato dalla decisione del Bfv. Consapevole dei rischi, il cancelliere uscente Olaf Scholz dalla Spd si è detto contrario a un divieto «affrettato».
Intanto, in un rapporto classificato di oltre 1.100 pagine, il Bfv descrive un'Afd sostenitrice di un concetto di «popolo etnico e legato alla discendenza», incompatibile sia con la dignità umana garantita dall'articolo 1 della Costituzione sia con l'ordinamento liberaldemocratico. Per Faeser, l'ultranazionalismo di Afd «discrimina interi gruppi di popolazione» e degrada i cittadini di origine straniera a «tedeschi di seconda classe». Contro gli immigrati, soprattutto musulmani, il partito propaga «dichiarazioni razziste». Weidel e Chrupalla hanno reagito annunciando ricorso alla giustizia contro la decisione del Bfv, bollata come «duro colpo alla democrazia». I copresidenti di Afd contestano l'indipendenza del servizio, evidenziando come la sua valutazione giunga ad appena quattro giorni dal giuramento del prossimo governo formato da popolari e socialdemocratici con cancelliere il presidente della Cdu Friedrich Merz. Poco prima, denunciano Weidel e Chrupalla, Afd come opposizione viene «pubblicamente screditata e criminalizzata» in una «diffamazione» con «motivazioni politiche». Solidarietà al partito e «al popolo tedesco» è stata espressa da Matteo Salvini, secondo cui è «gravissimo» quanto deciso dal Bfv.
«Dopo Francia e Romania, un altro furto di democrazia?» è la domanda del segretario della Lega, mentre Björn Höcke di Afd respira «profumo di 1989» con una nuova svolta imminente in Germania che porterà il suo partito al potere.