Europa

Laici e "atlantisti" contro l'ipotesi Tarquinio. Il pressing di catto-dem e Sant'Egidio

Anche Rosy Bindi in campo per il giornalista. A Roma spunta il ras locale De Angelis

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Il «partito» dei cattolici di sinistra non cede: Marco Tarquinio è il candidato alle Europee nella lista del Pd. «Non ci sono altri nomi sul tavolo», fanno sapere dal movimento Demos, la costola politica di Sant'Egidio, che sponsorizza fortemente, Andrea Riccardi in testa, la candidatura dell'ex direttore di Avvenire nella lista dem. Una mediazione al momento sembrerebbe difficile. L'offensiva non si ferma. L'ala movimentista e riformista del Pd batte in ritirata. Al partito «pro-Tarquinio» si iscrive Rosy Bindi: «Mi meravigliano, se il Pd non è casa per candidature come quella di Tarquinio mi domando che Pd è. La cifra del è il pluralismo, anche e soprattutto su temi cruciali come la politica estera, a maggior ragione in tempi di guerra. Un partito progressista con l'anima cattolica e di sinistra non può ignorare quello che rappresentano figure del genere. Gli elettori la pensano come Tarquinio e Strada, non come i dirigenti che hanno votato l'escalation militare» dice l'ex numero uno dell'Antimafia a Repubblica. A benedire nei giorni scorsi la candidatura di Tarquinio era stato l'ex capogruppo Graziano Delrio. Un ex ministro, oggi deputato, al Giornale mette in chiaro: «Bene il pluralismo ma Tarquinio non può essere capolista». A guidare le liste del Pd alle Europee - secondo l'ex ministro «devono essere uscenti o iscritti al partito». L'allargamento al fronte cattolico spacca il Pd. In rivolta c'è la fronda capitanata da Boldrini e Zan. A Tarquinio rimproverano le posizioni assunte contro l'aborto e i diritti Lgbt. L'altra fronda calda contro l'impegno di Tarquinio è l'ala riformista guidata da Lorenzo Guerini. Qui sul banco degli imputati c'è la posizione «pacifista» sul conflitto tra Russia e Ucraina. La più battagliera è Lia Quartapelle, deputata Pd, che dice sì a Tarquinio ma chiede «una dichiarazione di fedeltà alla linea pro Ucraina». Schlein prende tempo ma sa bene che non può scoprirsi sul versante dell'elettorato cattolico. E non può permettersi uno strappo con Sant'Egidio. Sul caso Tarquinio, interviene dalle pagine del Foglio Giuliano Ferrara che demolisce l'ex direttore del giornale della Cei: «Il Pd ha un infallibile penchant per personaggi grigi, appena ne vede uno lo blocca e lo imbarca». Mentre Brando Benifei, deputato europeo uscente, teme il flop e si appella alla segretaria: «Gli uscenti del Pd vanno tutelati e tutelati davvero. È importante - lo dico per l'esperienza maturata da europarlamentare - trovare un equilibrio che permetta di continuare da subito il lavoro importante iniziato». Nella circoscrizione Centro c'è una novità. Schlein punta su un nome destinato a far rumore: Francesco De Angelis, ras del Pd romano. Il regista della candidatura di De Angelis è Daniele Leodori, coordinatore dem nel Lazio. De Angelis si ritirò dalla corsa al Parlamento nel 2022 dopo il caso Ruberti. Quando l'allora capo di gabinetto del sindaco Gualtieri Albino Ruberti minacciò di morte di morte (Vi sparo, vi ammazzo. Vi dovete inginocchiare) due dirigenti dem al termine di una cena a Frosinone. Quella sera al tavolo c'era anche De Angelis, costretto al passo indietro alle elezioni politiche.

Dopo il purgatorio, mister preferenze è pronto a rientrare e volare verso Bruxelles.

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