L'Alaska "Ultima Frontiera" comprata nel 1867 dai russi

Lo Zar torna negli Usa dopo 10 anni E lì non rischia l'arresto della Cpi

L'Alaska "Ultima Frontiera" comprata nel 1867 dai russi
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Quando Donald Trump parla del "grande stato dell'Alaska" non fa solo ricorso alla sua consueta retorica, ma descrive effettivamente le dimensioni geografiche, storiche e politiche della 49esima stella sulla bandiera americana. La scelta dell'"Ultima Frontiera" (questo il soprannome dello stato) per il summit di venerdì prossimo con Vladimir Putin rappresenta un primo risultato importante per il tycoon. Il luogo conta, come sa bene The Donald da buon magnate dell'immobiliare: anzitutto perché il bilaterale si terrà "in casa", dove lo Zar del Cremlino manca dal 2015 (con Barack Obama all'Onu). E poi per il valore simbolico dell'Alaska, territorio strappato proprio ai russi dagli Stati Uniti nel 1867 per 7,2 milioni di dollari (equivalenti a 162 milioni di dollari nel 2024) con lo zar Alessandro II che autorizzò la transazione nel tentativo di risanare le casse del Paese dopo la guerra di Crimea del 1856.

Lo stato più grande e meno popoloso degli Usa, dagli anni Settanta roccaforte repubblicana che ha sfornato illustri e controversi esponenti Gop (a partire da Sarah Palin), è l'ultimo fazzoletto di terra che si interfaccia proprio col territorio russo sullo stretto di Bering (a soli 88 km). È inoltre una riserva preziosa per il settore energetico tradizionale tanto caro a Trump dopo la scoperta di importanti giacimenti petroliferi nella Baia di Prudhoe, e a Fairbanks si trova una importante base militare che ha i missili puntati verso la Corea del Nord e la stessa Russia, oltre a trovarsi nell'Artico conteso fra Mosca e Washington. Il motto dello stato è "north to the future", a nord verso il futuro, con l'obiettivo di rappresentare la terra promessa: quando gli Stati Uniti acquistarono l'Alaska molti americani criticarono inizialmente la decisione, non capacitandosi del perché ci fosse interesse per un territorio ghiacciato e remoto. L'operazione venne definita una "follia di Seward", in riferimento all'allora segretario di stato William Seward che convinse il presidente Andrew Jackson. Pochi anni dopo, però, la percezione pubblica cambiò radicalmente grazie alla scoperta dell'oro e alla successiva corsa al lingotto.

La scelta dell'Alaska per il summit, peraltro, evita le complicazioni legali che sorgerebbero se Putin si recasse in un Paese membro della Corte Penale Internazionale. Lo Zar è oggetto di un mandato di arresto della Cpi emesso in relazione a presunti crimini di guerra in Ucraina, il che significa che, ai sensi del diritto internazionale, i membri dell'organismo sarebbero costretti a trattenerlo se entrasse nel loro territorio. Gli Usa, tuttavia, non sono parte della Corte e non ne riconoscono la giurisdizione, il che elimina qualsiasi obbligo di arrestare Putin. In altre occasioni l'Alaska è stata la sede di un vertice internazionale: quello del 1971 tra Richard Nixon e l'imperatore giapponese Hiroito, e del 1984 tra Papa Giovanni Paolo II e Ronald Reagan. Vi si tenne anche il primo incontro (a livello di alti funzionari) tra Usa e Cina dell'era Biden, nel marzo 2021, che si svolse nella capitale Anchorage, ma si trasformò in una rissa diplomatica con scambi di accuse e attacchi i cui echi ancora rimbombano tra le sale dell'Hotel Captain Cook.

Per il faccia a faccia tra Trump e Putin, tuttavia, sembra più probabile che la scelta cada su una delle tante isole dello stato, lontanissimo da occhi indiscreti. L'ultimo incontro fra lo Zar e un presidente americano è stato invece a Ginevra nel 2021, prima dell'invasione dell'Ucraina, quando Putin incontrò Biden a Ginevra.VRob

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