Roma Giù le mani dai collegi elettorali. Pd e alleati di governo pensano ancora di poter far passare delle modifiche alla mappatura attuale, come sollecitato dallo stesso segretario Matteo Renzi che, alla Leopolda, aveva usato come grimaldello retorico il fatto che il proprio collegio di Rignano fosse finito «sotto» Livorno e non Firenze (come geografia comanda).
Da Forza Italia è però già arrivato un vigoroso altolà nei confronti di «chi voglia procedere a forzature» che sarebbero, aveva detto il responsabile organizzativo Gregorio Fontana, «di una gravità inaudita e senza precedenti». Azzurri e M5s difendono l'impianto uscito dal lavoro certosino fatto dalla commissione tecnica di esperti capeggiata dal presidente dell'Istat, Giorgio Alleva. Lavoro rigoroso, dicono da Forza Italia, che non può certo essere «stravolto» da interventi del governo per modificare a favore della maggioranza i confini di alcuni collegi. «Si sente puzza d'imbroglio», ha ironizzato il deputato Laffranco. Anche ieri, alla ripresa dei lavori delle commissioni Affari costituzionali di Senato e Camera, chiamate a dare un parere «non vincolante», le acque sono rimaste agitate. Il capogruppo azzurro in commissione a Montecitorio, Francesco Paolo Sisto, ha chiesto di approfondire convocando per un'audizione l'intera commissione che ha redatto i collegi (lunedì prossimo, invece, sarà audito alle 15 il presidente dell'Istat). «Non bisogna avere nessuna ansia di modifica, c'è soltanto da capire per lasciare, magari, tutto com'è. Diciamo no alla frantumazione dei collegi e non accogliamo proposte a vantaggio soltanto di alcuni». I grillini vogliono «vigilare» contro le modifiche e intanto hanno sollecitato una «proiezione» sulla base dell'attuale mappatura.
Ma i dem, già nella relazione svolta ieri da Emanuele Fiano, insistono nella denuncia di «criticità» che, a lor parere, richiedono ritocchi sostanziali.
In particolare, a parte il caso toscano, essi riguarderebbero Lazio, Marche, Umbria, il ridimensionamento di alcuni collegi del Sud, come in Sicilia. L'esame del testo del dlgs dovrebbe concludersi con un voto il 7 dicembre, anche perché il governo avrà poi soltanto una manciata di giorni per procedere con le eventuali modifiche. Da apportare entro il 12 dicembre.
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