
Un'ipotesi significativa di anticipo pensionistico è quella del disoccupato ultrasessantenne che intende accedere alla pensione per poter godere di un reddito certo. Se al gennaio 2017 la sua pensione lorda si attesterà a circa 1.200 euro mensili (equivalenti a circa mille euro netti), secondo quanto emerso dai confronti tra governi e sindacati, l'Ape dovrebbe aggirarsi a 950 euro netti poiché il tetto massimo dell'anticipo è del 95 per cento. A seconda del tasso di interesse che sarà applicato, del costo della copertura assicurativa in caso di premorienza (l'Ape si restituisce in 20 anni) e delle detrazioni che lo Stato garantirà alle categorie più disagiate, a questo futuro pensionato l'Ape dovrebbe costare 40 euro al mese in caso di un anno di anticipo con detrazioni al 45% (20 euro se il bonus sale al 65%), 80 euro per due anni (40 euro) e 110 euro per tre anni di anticipo (60 euro).
Questa simulazione limita moltissimo le penalizzazioni e, infatti, per vent'anni il futuro pensionato nato tra il 1951 e il 1953 si ritroverebbe a percepire un assegno solo lievemente più basso di quello che gli sarebbe spettato. È comunque più conveniente ridurre al minimo di un anno l'anticipo della pensione perché perdere, nell'ipotesi peggiore, oltre 100 euro al mese per vent'anni «pesa».