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L'asse anarchici-islamisti. Paura per il corteo del 31

Allerta massima per la protesta degli antagonisti a Torino I pro Pal: "Il blitz su Hannoun? Operazione repressiva"

L'asse anarchici-islamisti. Paura per il corteo del 31
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Le braci dell'antagonismo militante bruciano in questo fine dicembre tra la chiusura del centro sociale Askatasuna nei giorni immediatamente precedenti il Natale e lo smantellamento di quella che gli investigatori hanno definito "cellula italiana dell'organizzazione Hamas". Mohammad Hannoun, ora in carcere con altre 8 persone perché considerato parte fondamentale di quella cellula, è stato per due anni a capo delle manifestazioni pro Palestina di Milano e quando è stato destinatario di fogli di via dal capoluogo lombardo si è messo alla testa dei cortei in altre città. Ha stretto contatti e rapporti con le "realtà satellite" rispetto a quelle palestinesi, che compongono la galassia dell'antagonismo militante e spaziano dai movimenti anarchici ai centri sociali, passando per i collettivi studenteschi.

E quindi ecco che ora il sequestro della palazzina di Torino che per 29 anni è stata occupata illegalmente da Askatasuna e l'arresto di Hannoun sembrano fondersi in una stessa lotta, che per questi gruppi si riassume con un unico concetto: Ondata repressiva (targata Piantedosi) contro le lotte e la solidarietà per la Palestina in Italia". È così che la definisce "Radio Onda d'Urto", che nei giorni scorsi aveva già dato voce agli esponenti del centro sociale sequestrato e a chi ha teorizzato la trasformazione del quartiere torinese di Vanchiglia in una nuova Val di Susa.

"Similmente alle azioni di criminalizzazione portate avanti da Israele contro le Ong che operano a Gaza o contro la stessa Onu colpevoli, secondo Tel Aviv, di essere affiliate ad Hamas -, ora anche diverse figure sociali e politiche palestinesi in Italia sono al centro di indagini, arresti e tentativi di espulsione", scrive ancora "Radio Onda d'Urto". Una linea ovviamente seguita anche da Giovani Palestinesi e Unione Democratica Arabo Palestinese (Udap), che in un comunicato congiunto sostengono che "si tratta di un grave atto di criminalizzazione delle mobilitazioni e delle associazioni solidali con il popolo palestinese in Italia".

La strategia narrativa che stanno cercando di imbastire per mantenere vivo il racconto, fatto anche di costrutti e mistificazioni, è che il governo guidato da Giorgia Meloni abbia l'obiettivo di depotenziare i movimenti per la Palestina: l'obiettivo non dichiarato di questo racconto è quello di delegittimare le operazioni condotte dal Viminale, attirare simpatie da parte della popolazione e, di conseguenza, aumentare le presenze in piazza per le manifestazioni, oltre a tentare di minare il consenso dell'attuale esecutivo. "Campagna repressiva propagandistica pro sionisti in atto", scrivono i sostenitori della Palestina, per i quali "i nostri partigiani non erano dei santi". A Milano sono scese in piazza alcune decine di persone nel pomeriggio di ieri per protestare contro l'arresto di Hannoun mentre a Torino hanno organizzato per domani una "passeggiata" ad alto rischio per il quartiere di Vanchiglia, nelle premesse simili a quelle che vengono organizzate in Valle per raggiungere i cantieri della Tav e che poi si trasformano in guerriglia con gli agenti schierati. Non è da escludersi che a Torino possa trovarsi una solida saldatura tra i movimenti per Askatasuna e i pro Palestina, anche in funzione di una logica di mutuo soccorso: i gruppi pro Pal si sono attivati nelle scorse settimane contro il sequestro del centro sociale e ora Askatasuna potrebbe ricambiare il favore solidarizzando contro l'arresto di Hannoun.

La data da segnare in rosso a Torino è il 31 dicembre, quando è stata annunciata la manifestazione di San Silvestro del centro sociale. "È solo l'inizio, ci vediamo a Capodanno", hanno annunciato a più riprese e ora che ci sono movimenti anche per l'arresto di Hannoun, il rischio di una detonazione delle violenze è ancora più alto.

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