Cronaca nera

Latitante fermato a Bali, decisivi Arma e 007. Soddisfatta la Meloni

Strangio in fuga dal 2016, sarebbe a capo di un fiorente mercato di droga in Australia

Latitante fermato a Bali, decisivi Arma e 007. Soddisfatta la Meloni

E tre. Lo Stato acciuffa un altro latitante e manda un segnale preciso alla criminalità organizzata. Dopo la primula rossa di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e Edgardo Greco (il mafioso calabrese catturato mentre lavorava come chef) stavolta è toccato ad Antonio Strangio detto U Jancu (il bianco), mente di 'ndrangheta in fuga dal 2016 a capo di un filone del mercato del narcotraffico gestito assieme alla cosca Bellocco, che governa una parte dei trasporti illeciti dentro il Porto di Gioia Tauro. Un business fiorente di cui la mafia calabrese è monopolista indiscussa. Su Strangio pendeva la famigerata Red Notice Interpol, l'avviso di cattura internazionale per i ricercati in tutto il mondo. L'operazione che ha portato al suo arresto al Bali Ngurah Rai International Airport dell'isola indonesiana mentre tentava di fare rientro in Australia, è frutto di una cooperazione tra forze dell'ordine e intelligence italiana dell'Italia.

L'azzardo di Strangio (accusato di produzione e traffico di droga con l'aggravante del metodo mafioso) è stato lasciare per una vacanza l'Australia, Paese dove grazie all'appoggio dei potentati di 'ndrangheta originari di San Luca e di Platì poteva godersi una latitanza dorata da cittadino naturalizzato (quindi non estradabile), sottovalutando però la determinazione dei carabinieri del Reparto investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, fiore all'occhiello dell'Arma che in passato è stata guidata anche dall'attuale numero due dei Ros Gian Luca Valerio, regista silenzioso della cattura di Messina Denaro. Decisivo il monitoraggio sui social, il supporto dell'intelligence italiana di stanza a Canberra e la collaborazione con l'Unità I-Can (Interpol cooperation against 'ndrangheta), che coinvolge i 13 Paesi più esposti alla minaccia della 'ndrangheta e che ha già portato all'arresto di 42 latitanti in tutto il mondo in meno di tre anni.

L'attimo fuggente è scattato il 2 febbraio scorso a Bali, in Indonesia, dove il 32enne rampollo del casato legato alla omonima 'ndrina di San Luca protagonista della famigerata strage di Duisburg, in Germania, del 15 agosto del 2007 era in vacanza (o forse per lavoro). L'importanza del blitz è stato sottolineato anche dalla premier Giorgia Meloni, soddisfatta per il lavoro «delle forze di intelligence, dell'ordine e di polizia che permettono questi straordinari risultati» e dai ministri Antonio Tajani (Esteri) e Matteo Piantedosi (Interno).

Secondo le indagini della Dda reggina e dei carabinieri Strangio avrebbe acquistato e trasportato, insieme ad altri esponenti delle 'ndrine di Vibo Valentia e del reggino, 160 chili di hascisc. L'arresto di Strangio segue la cattura, avvenuta a Saint Etienne (Francia), di Edgardo Greco, latitante da 17 anni condannato all'ergastolo per duplice omicidio.

Decapitata (o quasi) la mafia, da anni è la 'ndrangheta che in silenzio è passata da fenomeno quasi folcloristico a holding internazionale del crimine, che grazie agli enormi proventi derivanti dal traffico di droga opera attraverso piattaforme criptate, paga in criptovalute e sta avvelenando il tessuto economico e finanziario italiano, con ramificazioni in Germania, Est Europa, Nord America e Australia.

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