Il Parlamento chiede, il governo non risponde

Il primato negativo dell'esecutivo: snobbato l'86% delle interrogazioni in Aula. Record anche sulle fiducie

Il Parlamento chiede, il governo non risponde

Roma - Il governo Renzi tratta il Parlamento come un vassallo. Si sostituisce di fatto alla funzione legislativa dell'Aula, abusa del voto di fiducia e ignora le interrogazioni. Deformazioni del sistema politico che sono sempre esistite ma che l'ex sindaco di Firenze ha eletto a metodo, piegando le due Camere alla propria volontà e ponendo in essere una riforma costituzionale de facto .

I dati sono resi noti da Openpolis , l'osservatorio della politica italiana che si occupa di trasparenza e accesso ai dati pubblici e che attraverso piattaforme web monitora pedissequamente le attività dei nostri amministratori. Esaminando presenze, attività, voti di tutti i parlamentari e non solo. Alcuni focus di Openpolis approfondiscono il sempre più problematico rapporto tra governo e parlamento. Il primo dato che emerge è che dall'inizio della XVII legislatura i due governi che si sono succeduti (Letta e Renzi) hanno quasi ignorato le interrogazioni parlamentari, strumento fondamentale di controllo delle attività dell'esecutivo: ebbene delle oltre 9.200 interrogazioni a risposta scritta depositate a partire dal marzo 2013 solo poco più di 1.300 hanno ricevuto una risposta. La percentuale è di poco superiore al 14 per cento, nettamente in calo rispetto a quella del governo Berlusconi (39,33 per cento) e del governo Monti (29,33 per cento) che hanno coabitato con la precedente legislatura. Il maggior numero di interrogazioni arriva dal M5S (oltre 2700), seguito dal Pd, con oltre 2mila: un dato questo sorprendente, dal momento che l'interrogazione è strumento prettamente destinato all'opposizione. Il Pd vanta anche il maggior tasso di risposta, con il 19,80 per cento di successi.

Altra stortura degli ultimi due governi, un ricorso sempre più massiccio al voto di fiducia per l'approvazione delle leggi, sorta di tagliola che decapita il dibattito parlamentare costringendo di fatto anche i parlamentari recalcitranti a obbedire al diktat della maggioranza pena una crisi di governo. Uno strumento che serve a superare i pantani istituzionali ma del quale Renzi ha fatto quasi un automatismo: il suo governo ha approvato 20 dei 26 decreti legge a colpi di fiducia, con una percentuale del 76,9. Un dato che fa impallidire il record del governo Monti (51 fiducie su 113 leggi approvate, con una percentuale del 45,1) e quintuplica il tasso di forzature del governo Berlusconi-Ter (45 fiducie su 274 leggi, pari a circa il 16 per cento).

Il governo Renzi se la suona, se la canta e se la balla.

Lo dimostra quest'altro dato firmato Openpolis : su 86 leggi varate in questa legislatura, ben 72 sono di iniziativa governativa e solo 14 di iniziativa parlamentare. Se si considerano solo le 37 leggi più importanti, l'esecutivo si aggiudica tutto il piatto. Altro che monocameralismo: Renzi ha inventato lo zerocameralismo.

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