L'aumento di Veneto Banca ultima trincea del sistema

Domani l'assemblea. Il presidente Bolla: "Nessun contatto con Atlante". E attacca i vecchi soci che puntano al cda: "Troppo indebitati con il gruppo"

L'aumento di Veneto Banca ultima trincea del sistema

Dopo lo stop allo sbarco in Borsa della Popolare di Vicenza e le inevitabili ripercussioni sulle «fatiche» del fondo Atlante, i riflettori del mercato sono tutti accesi sulla Veneto Banca, che domani riunirà a Marghera l'assemblea dei soci per rinnovare il cda. E che entro giugno dovrà varare l'aumento di capitale da 1 miliardo contestuale alla quotazione in Piazza Affari.

«Nella trincea del sistema bancario - commenta un analista - la prima linea rappresentata dalla Vicenza è stata falciata, ora tocca alla seconda linea di Veneto Banca: se tiene quella, la strada sarà finalmente in discesa anche per Atlante che potrà prendere fiato». A differenza dei vicentini, l'istituto di Montebelluna può contare fin dall'inizio su un consorzio di garanzia dalle spalle più larghe composto da Imi (Intesa Sanpaolo) insieme ad altre nove banche anche internazionali. L'intervento del fondo Atlante non è dunque scontato, anzi. A oggi Veneto Banca non ha evidenze di un intervento del fondo nè ha avuto finora contatti con esso. L'ad di Intesa, Carlo Messina, nelle ultime settimane, inoltre, si è sempre dimostrato ottimista. Senza dimenticare che dal punto di vista degli attuali azionisti veneti l'aumento comprende il diritto di opzione per tutti e non limitato come nel caso di Vicenza. In ogni caso il nuovo cda eletto dall'assemblea di domani non potrà permettersi di commettere errori.

Proprio per questo il presidente, Pierluigi Bolla, ha scritto ai soci per invitarli a «essere protagonisti del cambiamento» e a partecipare all'assemblea durante la quale fornirà «un'informativa sulle verifiche sin qui svolte nella prospettiva dell'esame delle responsabilità di chi ci ha preceduto e di tutti coloro che possano aver messo in atto azioni o comportamenti volti a danneggiare il valore patrimoniale e reputazionale di Veneto Banca». Non solo. Bolla, che è capofila di una delle due liste di candidati per il board, ieri ha alzato il tiro sull'Associazione Azionisti Veneto Banca e Per Veneto Banca che hanno presentato la lista alternativa. «Dai dati che sono disponibili all'interno della banca emerge che la maggioranza dei soci presentatori della lista dei soci per il cda sono o fanno parte di gruppi economici che sono clienti della banca, in taluni casi sono dei debitori per importi anche significativi», ha spiegato Bolla mettendo in guardia i propri azionisti. Nel caso dell'associazione «Per Veneto Banca», l'esposizione totale è di 958 milioni di euro, di cui 730 milioni di crediti problematici e 382 milioni di crediti deteriorati. Quanto ai candidati, «molti» sono «vicini all'ex ad Vincenzo Consoli», ha attaccato Bolla che a livello personale non ha alcuna esposizione verso Veneto Banca, mentre quella a livello aziendale «è stata ridotta al minimo».

Massima trasparenza, dunque, anche perché l'occhio della vigilanza è sempre aperto: la Bce ha inviato una lettera a Veneto Banca nella quale invita il cda a ribadire in assemblea la necessità che ci sia una governance adeguata «per

assicurare la sana e prudente gestione della banca» in quanto le debolezze derivano» in primo luogo, secondo Francoforte, «dalla povera qualità degli attivi accumulati negli anni passati e dalle carenze dei controlli interni».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica