Non è la calata di Brenno sul Campidoglio implume e indifeso di Virginia Raggi; per di più oggi sconvolto dal tragico assassinio di Desirée al quartiere San Lorenzo. Lo esclude, nella maniera più recisa, lo stesso «Brenno», Matteo Salvini. «Se la Lega sta pensando di lanciare una campagna elettorale per Roma? No, no. C'è un sindaco che si chiama Raggi e che cercherò di aiutare e sostenere come ministro il più possibile, dando la forza pubblica per sgombrare almeno una parte di quei 90 palazzi occupati da troppo tempo...». Prima di lui, garantendo per lui, l'aveva escluso anche il dioscuro, Luigi Di Maio: «Vi siete fatti un film assurdo, io conosco la Lega e non sta facendo campagna elettorale su una tragedia del genere».
Eppure le quotidiane attestazioni reciproche tra i due vicepremier («Con Di Maio risolviamo tutto», ha detto Salvini al quartier generale leghista) non sembrano poter lenire una palese tensione all'interno delle rispettive truppe. Anche perché, se Salvini tiene saldamente in mano le redini leghiste, non altrettanto riesce agevole al capo politico grillino. La frattura nel Movimento (che non è un partito strutturato, bene ricordarlo) c'è, bella evidente, per esempio nella questione dell'ottantina di emendamenti presentati dal gruppo parlamentare 5S al «dl sicurezza» caro ai leghisti, senza che per ora si accenni a un ritiro. Neppure dopo che il caso più emblematico, riguardante il senatore De Falco che aveva rilasciato un'intervista fuoco e fiamme, è finito a Palazzo Chigi (l'altra sera il premier Conte lo ha ricevuto invano). Questo proprio mentre Di Maio ha proposto un emendamento per dare più poteri al sindaco di Roma, accolto dal gelo leghista, e il governo ha presentato un altro emendamento che renderà assai più difficile la richiesta d'asilo, precludendola a chiunque «sia entrato illegalmente nel territorio nazionale o vi abbia prolungato illegalmente il soggiorno». L'emendamento fa riferimento a quanto disposto dalla direttiva Ue 32/2013 che prevede una procedura accelerata per il richiedente entrato illegalmente in un Paese Ue.
Ecco perciò le divergenze diventare fossati, nell'alterità sempre più rimarcata da Roberto Fico. Al Forum delle Autorità metropolitane europee, tenuto in mattinata al Campidoglio, il presidente della Camera ha clamorosamente smentito la «linea dura» salviniana. «La coesione sociale è il mezzo fondamentale per costruire tutto il resto della comunità solidale e un'economia sana e forte. Anche nei momenti difficili non ci vogliono ruspe ma più amore e fatica nelle idee e nella partecipazione. Essere costantemente nei quartieri difficili senza lasciare mai nessuno solo. Neppure i sindaci debbono essere lasciati soli. I problemi complessi non si risolvono con la forza ma con la forza dell'intelligenza...». Non s'è fatto attendere il tweet del ministro delle Interno, che ha salutato così la cattura del «quarto uomo» dell'agguato di San Lorenzo. «Catturato a Foggia il quarto verme che avrebbe stuprato e portato alla morte Desirée - ha scritto Salvini -. Si tratta (guarda caso) di un immigrato clandestino. Per lui, come per gli altri tre, carcere duro e a casa!!!.
Ringrazio Procura e Forze dell'ordine per la rapidità e l'efficacia dell'intervento. Altro che baci e amore, certi problemi irrisolti da anni si risolvono con la Legge e con la Ruspa». Amore contro ruspa: visioni antitetiche condannate alla convivenza. Fino a che elezione non li separi.
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