Il legale delle vittime: "Con la nuova legge meno morti ma più pirati della strada"

Per l'omicidio stradale fino a 18 anni di carcere. Le famiglie: «È giusto così»

Il legale delle vittime: "Con la nuova legge meno morti ma più pirati della strada"

L'avvocato Domenico Musicco, 51 anni, ha una foto di cui è particolarmente orgoglioso: è quella con l'ex premier Renzi che dà l'ok al testo della nuova legge sull'omicidio stradale. Una norma entrata in vigore il 24 marzo dello scorso anno e che ha inasprito di parecchio le pene per i pirati della strada. Una giurisprudenza più severa cui l'avvocato Musicco ha contribuito attivamente, forte anche di un «coinvolgimento emotivo» rispetto a una situazione drammatica.

Avvocato, perché ha deciso di impegnarsi in una materia così particolare?

«Sono entrato in contatto con alcuni parenti di giovani morti in incidenti stradali. Una sofferenza che non può certo lasciare indifferenti».

Negli ultimi tempi le cifre erano diventate quelle di una «strage».

«È vero. Bisognava assolutamente intervenire».

Le istituzioni si sono mostrate sensibili a questa emergenza?

«Sì. A cominciare personalmente da Matteo Renzi».

Risultato: dal 24 marzo 2016 abbiamo esiste il reato specifico di «omicidio stradale».

«Esatto. Le pene sono particolarmente dure. Nei casi più gravi si può arrivare fino a 18 anni di carcere».

La nuova legge funziona?

«Il bilancio è ancora parziale. I morti sono diminuiti del 21,2%. Anche se...».

Anche se?

«I pirati della strada, purtroppo, sono aumentati del 9,6%».

Ma questo è gravissimo. Come si spiega?

«L'inasprimento delle pene ha avuto una sorta di effetto-boomerang».

In che senso «effetto boomerang»?

«La paura di essere arrestati spinge molti a fuggire».

Ma perché chi provoca un incidente scappa invece di fermarsi e prestare soccorso?

«In questi casi lo stress psicologico è enorme».

Si perde lucidità?

«Lo choc può spingere a prendere decisioni terribili».

Come quella di eclissarsi dal luogo del sinistro?

«Salvo poi tornare, magari colti dal senso di colpa. O dalla consapevolezza di essere comunque facilmente individuati dalle forze dell'ordine».

Le strade sono infatti disseminate di telecamere di sicurezza. Farla franca è praticamente impossibile.

«È vero. Anche se la tentazione di fuggire ha pure altre ragioni».

Quali?

«Nel nostro Paese circolano illegalmente circa 4 milioni di veicoli privi di assicurazione obbligatoria. E non avere le spalle coperte dalla polizza è un ulteriore elemento di rischio».

Un pericolo in più.

«Ma non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto».

Alla luce di quanto ci sta dicendo, difficile essere ottimisti.

«Non tutto è negativo. Ad esempio nell'ultimo anno le cosiddette stragi del sabato sera sono diminuite del 20 per cento».

Merito delle campagne sociali di sensibilizzazione?

«A cominciare da quelle rivolte ai giovani, che finalmente stanno capendo che non ci si può mettere alla guida dopo aver bevuti alcolici».

Quanti genitori ha visto distrutti dopo la perdita di un figlio?

«Tanti, disgraziatamente. Come ho assistito allo strazio delle famiglie delle vittime dei pirati della strada. Ma oggi i loro sentimenti verso lo Stato sono cambiati».

In che senso?

«Prima non si sentivano tutelati dalla legge. C'era in loro come un senso di rabbia e impotenza. I responsabili spesso se la cavano con poco rispetto al danno enorme che avevano provocato».

Oggi la situazione è diversa?

«C'è maggiore certezza della pena. Anche se non c'è sentenza che possa risarcire la perdita di un caro».

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