Legami coi pugliesi, il socio gambizzato a gennaio

Contatti con Sacra corona unita e slavi: fiumi di polvere bianca alle discoteche della movida

Legami coi pugliesi, il socio gambizzato a gennaio

Milano Gli investigatori della Guardia di Finanza - che con «lo sparato» di ieri mattina in via Cadore, Enzo Anghinelli (46 anni lo scorso 3 marzo), hanno un procedimento penale pendente del 2018 per droga - sono convinti che tra gli storici rifornitori di cocaina della piazza milanese sia in corso una sorta di riposizionamento a suon di regolamenti di conti.

Partite di droga non pagate? Conflitti interni all'organizzazione? Vallo a sapere. Anghinelli, questo è noto, ha alle spalle diversi precedenti perché negli anni è stato coinvolto in più indagini sullo smercio di stupefacenti su ampia scala, tra Milano e hinterland. Del resto qualche tempo fa, persino dopo un banalissimo incidente in scooter (stavolta del tutto casuale), si scoprì che dentro la moto nascondeva due chili di cocaina. Quel che è certo è che ieri mattina chi gli ha sparato lo voleva morto.

Conosciuti dalle forze dell'ordine sono anche i suoi due sodali, considerati da carabinieri e polizia tra i maggiori rifornitori di locali e discoteche nella zona di corso Como, ovvero il 39enne Alessandro Ciancio e Massimiliano Canito, 30 anni. Anche quest'ultimo - pluripregiudicato per spaccio, rapina e altri reati e appartenente a una delle famiglie più influenti di Baggio, originaria della provincia di Foggia, con forti legami con la Sacra Corona Unita - appena tre mesi fa, la sera del 14 gennaio, è stato «avvertito» a colpi di arma da fuoco. Precisamente con una pallottola partita da un fucile a canne mozze puntatogli contro da uno sconosciuto, mentre era in un bar di Quinto Romano.

Con la Sacra Corona Unita Anghinelli avrebbe legami da tempo. Secondo gli inquirenti si è rifornito a lungo di droga a Settimo Milanese dal clan Magrini, pugliesi legati appunto alle famiglie della malavita barese. Luigi Magrini, infatti, nipote del «vecchio» Antonio, era uno degli esponenti di spicco dell'organizzazione responsabile di un ingente traffico internazionale di cocaina e hashish, bloccata dai carabinieri del comando provinciale di Milano nel marzo 2012 con l'operazione «White», durante la quale venne arrestato, guarda un po', anche Enzo Anghinelli. E non solo. Magrini era un grande amico di un altro trafficante di alto livello, Jacov Kontic, 45enne originario della Serbia-Montenegro. Per noi italiani, anche se è stato arrestato a Belgrado l'anno scorso, Kontic resta latitante, iscritto nella lista dei più pericolosi del ministero dell'Interno (in Italia deve scontare in tutto 34 anni per traffico internazionale di stupefacenti). Il serbo faceva arrivare stupefacenti a buon mercato ai Magrini (ha avuto una lunga relazione con un'altra nipote di Antonio, Anna, rapporto da cui è nata una bimba) in porti italiani di piccolo calibro, scali di second'ordine.

Le medesime modalità utilizzate dai 22 trafficanti arrestati a Livorno il 26 febbraio dai carabinieri che, con una maxi operazione, hanno sequestrato oltre 130 chili di droga. Se lo «sgarro» di Anghinelli ha a che fare con quella vicenda, si vedrà.

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