Pagare per difendersi: cosa può cambiare. Legali in rivolta

Secondo la nuova disposizione ci sarà da versare un contributo unificato per iscrivere le cause civili. La rivolta degli avvocati, che parlano di un ritorno al Medioevo

Pagare per difendersi: cosa può cambiare. Legali in rivolta

All'interno della nuova legge di Bilancio si parla anche di un pagamento anticipato per iscrivere la causa civile al ruolo, in caso contrario, infatti, vi sarà la nullità del ricorso. La novità è stata inserita all'interno dell'articolo 192 del ddl di Bilancio, ed ha già provocato un certo malcontento. Il timore, infatti, è che l'accesso alla giurisdizione non sia più assicurato a tutti i cittadini. Ma in cosa consiste questo provvedimento?

Pagare per difendersi

Tramite lanuova legge, l'azione giudiziaria civile sarà collegata al pagamento di una certa somma di denaro. Denaro che finirà nelle casse dello Stato. Lo scopo dichiarato è quello di combattere il fenomeno dell'evasione del contributo unificato, dal momento che l'avvento del processo civile telematico (con tanto di pagamento via elettronica) ha sostanzialmente portato all'eliminazione della marca da bollo. In questo modo, talvolta, capita che il pagamento del tributo non venga effettuato, o che arrivi in ritardo. Spetta all'Agenzia delle entrate il recupero della cifra non versata.

Non solo. A quanto pare, tramite questa nuova disposizione, lo Stato intende anche mettere un freno all'ingente numero di processi civili che interessano i tribunali, così tanti da mettere in difficoltà tutta la macchina giuridica. Lo stesso ministro Marta Cartabia ha tentato di ridurre la quantità di circa il 40%, ed ora il governo cerca di portare ad un'ulteriore diminuzione applicando questa forma di dissuasione (ossia, pagare per l'esercizio dell'azione giudiziaria).

Ovviamente il contributo unificato cambia a seconda del genere della causa, e può addirittura arrivare anche ad un migliaio di euro. Qualora si verifichi un errore di calcolo dell'importo, inoltre, scatterà il rigetto automatico della causa, dal momento che non vi è una figura di riferimento che possa in caso avvisare l'avvocato.

Le polemiche

Una disposizione, quella del governo, che, come riporta Libero, ha provocato l'indignata reazione degli avvocati, che parlano di "norma medievale". Per la scorrettezza di pochi, spiegano i rappresentanti della categoria, saranno in tanti a dover pagare.

Gli avvocati di Organismo Congressuale Forense (Ofc) hanno subito opposto un netto rifiuto, spiegando che tale riforma "contrasta apertamente con l'art. 24 della Costituzione". "L'accesso alla Giurisdizione deve essere assicurato a tutti, senza discriminazioni di censo e senza che l'entità dei costi costituisca elemento dissuasivo", ha dichiarato il coordinatore di Ofc Giovanni Malinconico, come riportato da AdnKronos. "Si tratta di una disposizione che, col pretesto di combattere l'evasione, si mostra punitiva non tanto verso l'avvocatura, quanto verso gli utenti i cui diritti gli avvocati difendono col risultato che chi ha meno disponibilità economiche potrebbe rinunciare a chiedere giustizia. Un ritorno al Medioevo", ha aggiunto.

Malcontento anche all'interno del mondo della politica, con la Lega che si è fermamente dichiarata contaria, così come Fratelli d'Italia.

Andrea Delmastro, rappresentante di FdI, ha parlato senza mezzi termini di disposizioni fatte da "aguzzini". Più tenue la reazione del Partito democratico, che teme la possibilità che si vada incontro ad una giustizia per soli ricchi.

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