Leninisti e antisionisti. L'allegra brigata Schlein

C'è chi inneggia alla rivoluzione russa e chi odia Israele. Ecco chi sono i fedelissimi della leader Pd

Leninisti e antisionisti. L'allegra brigata Schlein

I compagni di Elly Schlein «sognano» un'Italia senza partiti di destra, con la canzone partigiana Bella Ciao nuovo inno nazionale, Lenin nel pantheon degli eroi nazionali, droghe libere per tutti e la cancellazione dello Stato d'Israele. La vittoria al congresso contro Stefano Bonaccini dell'ala radicale del Pd apre un ricambio generazionale. I giovani di Elly si fanno avanti. E portano in dote le loro «folli» idee. Idee da tradurre nel manifesto politico della nuova sinistra. Chi sono i fedelissimi nella squadra di Schlein? Quali le proposte dell'allegra Brigata di Elly? Al grande pubblico molti sono sconosciuti.

Il 12 marzo la neosegretaria si insedierà con il via libera dall'assemblea nazionale. Schlein vuole affidare l'incarico di coordinatore nazionale della segreteria al deputato Marco Furfaro: un fedelissimo che già salta da un talk all'altro. Furfaro come primo atto della legislatura ha depositato, insieme al collega Stefano Vaccari, una proposta di legge per il riconoscimento di Bella Ciao come secondo inno nazionale dell'Italia. Per fortuna, non vuole abolire Fratelli d'Italia. Ma Furfaro però è netto: «Bella Ciao va cantata in tutte le feste nazionali (2 giugno, 25 aprile). Lo dobbiamo a chi ha lottato e ha sacrificato la propria vita per restituire libertà e democrazia al nostro Paese». E c'è da giurare che appena Schlein diventerà capo del governo lo farà. Lo sponsor numero due (dopo Franceschini) della candidatura di Schlein è stato Peppe Provenzano. L'ex ministro del Sud non ha esitato a chiedere lo scioglimento di FdI, il primo partito italiano, che poi ha vinto le scorse elezioni politiche. Idea geniale: sbarazzarsi dell'opposizione per spianare la strada verso Palazzo Chigi ad Elly. Provenzano protestava, dopo un comizio di Giorgia Meloni in Spagna per Vox: «Il luogo scelto (il palco neofranchista di Vox) e le parole usate sulla matrice perpetuano l'ambiguità che la pone fuori dall'arco democratico e repubblicano. In questo modo FdI si sta sottraendo all'unità delle forze democratiche e repubblicane contro i neofascisti che attaccano lo Stato». Provenzano dixit: sciogliamo FdI. Poi si è scusato. Ma le parole valgono più delle smentite.

In ascesa nella nuova era Schlein c'è Marco Sarracino, in pole per l'incarico di responsabile dell'organizzazione. Sarracino finì al centro delle polemiche per un post sui social in cui celebrava la rivoluzione bolscevica con tanto di foto di Lenin. In Basilicata Schlein può contare su un altro fedelissimo: Raffaele La Regina. Un nome già conosciuto al Giornale che prima della presentazione delle liste per le Politiche tirò fuori i post contro Israele. Una posizione negazionista in cui si metteva in dubbio l'esistenza dello Stato al pari degli alieni. Si scusò. Ma la polemica andò avanti. Alla fine fu costretto a lasciare la guida della lista Pd alla Camera: Parlamento sbarrato. Ora ci riprova con Elly.

Meriterebbe un articolo a parte Mattia Santori, il leader del defunto movimento delle Sardine. Dalla guida contromano alle sue parabole incomprensibili sull'autismo.

La più famosa e controversa delle proposte di Santori è quella lanciata nell'agosto 2021 quando l'allora candidato Pd alle elezioni comunali di Bologna aveva annunciato il suo «sogno», vale a dire «il primo stadio del frisbee a Bologna». Ora potrà chiedere alla segretaria di mettere il suo sogno nel manifesto del Pd.

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