Il Leonardo si tinge di giallo Capolavoro ritrovato o bufala?

La Finanza recupera un dipinto attribuibile al genio: raffigura Isabella d'Este. E subito i critici si spaccano in due fronti

Il Leonardo si tinge di giallo Capolavoro ritrovato o bufala?

L'arte si tinge di giallo e ancora una volta protagonista è Leonardo da Vinci anche se ora non c'entra Dan Brown. Di ieri la notizia del sequestro da parte della Guardia di Finanza di Pesaro, in un'operazione condotta con il nucleo tutela del patrimonio artistico dei carabinieri di Ancona, di un dipinto attribuibile proprio a Leonardo. Si tratterebbe insomma del «Ritratto di Isabella d'Este», illecitamente trasferito all'estero e di cui da secoli si erano perse le tracce, che stava per essere messo in vendita a oltre 120 milioni di euro: ma se davvero si trattasse di opera del Maestro, sequestrata nel caveau di un istituto fiduciario svizzero, a questo punto il valore sarebbe inestimabile.

A rendere ancor più fitta la trama, il ritrovamento del dipinto coincide con il quarantennale del furto avvenuto al Palazzo Ducale di Urbino di altre tre capolavori, la «Muta» di Raffaello, la «Flagellazione» e la «Madonna di Senigallia» di Piero della Francesca, rubati nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1975 e ritrovati un anno dopo anche questa volta in Svizzera, in un hotel di Locarno.

Il «Ritratto di Isabella d'Este», che misura 61x46,5 centimetri, rappresenta una donna dai capelli fulvi, acconciata come Santa Caterina da Siena, con una corona in testa e l'abito sfarzoso. Esisterebbe un disegno preparatorio a carboncino, sanguigna e pastello giallo eseguito da Leonardo intorno al 1500, conservato al Louvre, di poco anteriore dunque alla lavorazione della Gioconda. La storia dice che Leonardo, in fuga da Milano, fosse stato accolto a Mantova da Isabella, moglie di Francesco II Gonzaga. La nobildonna, appassionata d'arte, aveva manifestato l'intenzione di commissionare a due grandi pittori, il da Vinci e Giovanni Bellini, due ritratti per poi scegliere il migliore, ma non c'è testimonianza che ciò sia avvenuto realmente. Nel disegno il soggetto è raffigurato a mezzo busto come nel quadro, la testa è girata di profilo verso destra, le mani sono appoggiate in primo piano al centro, i capelli sciolti appena leggermente mossi, il vestito elegante e scollato.

Nell'ottobre 2013 Carlo Pedretti, massimo esperto dell'arte leonardesca, ha dato per certa l'esistenza di un ritratto dipinto di Isabella d'Este individuandolo nell'opera scomparsa da secoli e ritrovata ieri: se così fosse si tratterebbe dell'unico lavoro su tela del Maestro, mentre un tempo si ipotizzava che il soggetto fosse stato completato da un altro pittore. Per Pedretti però sarebbe stato dipinto non a inizio '500 ma nella fase finale della carriera del pittore, intorno al 1514, in un successivo incontro con Isabella. Poi le indagini documentarie al carbonio -14 hanno confermato la datazione intorno al 1500 e l'analisi chimica dei pigmenti sul viso supporterebbero l'ipotesi di compatibilità col tempo e l'opera di Leonardo. Con la fluorescenza, inoltre, è comparso il segno del cartone del Louvre: ben più di una prova di autenticità, insomma.

Altri storici dell'arte come Tomaso Montanari non hanno mai creduto allo scoop e si sono detti perplessi rispetto all'attribuzione. Tranchant il parere di Vittorio Sgarbi: «Una crosta da Porta Portese, vale al massimo 2mila euro, dipinto da un peracottaro. Pedretti è un formidabile studioso di carte, documenti, teorie, ma rispetto ai dipinti è un gatto nero cieco in una notte senza luna».

I pareri negativi sono sia legati ad altre analisi chimiche che daterebbero l'opera ben più tardi, tra il 1660 e il 1680, ma soprattutto stilistiche: non ci sono i tipici passaggi chiaroscurali di Leonardo e i contrasti risultano troppo netti, il dito medio della mano destra eccessivamente lungo, lo sguardo della donna persino assonnato, i capelli privi di volume. Indizi di un artista meno completo e più approssimativo.

Nel frattempo la Procura procede per associazione per delinquere finalizzata all'illecita esportazione di opere d'arte in assenza di licenza di esportazione e

alla commissione di truffe in danno di società di assicurazione. Al rientro del quadro in Italia saranno eseguite ulteriori perizie per confermare la paternità dell'opera e, forse, sciogliere l'ennesimo enigma leonardesco.

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