Leone: andrei a Gaza. Mille i civili uccisi nella corsa al pane. Israele: "È Hamas"

L'Ue striglia Tel Aviv. Witkoff verso il Medioriente: "Speriamo nella tregua"

Leone: andrei a Gaza. Mille i civili uccisi nella corsa al pane. Israele: "È Hamas"
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Trentatré morti per fame nelle ultime 48 ore. Ventuno bambini negli ultime tre giorni, denuncia il direttore dell'ospedale Shifa di Gaza City, Mohammed Abu Salmiya. E al dramma della malnutrizione per la scarsità di cibo si aggiunge la tragedia degli oltre mille palestinesi uccisi negli ultimi due mesi, dal 27 maggio, mentre cercavano di accaparrarsi gli scarsi aiuti umanitari che entrano a Gaza, è il bilancio delle Nazioni Unite. La strategia israeliana nella Striscia palestinese è sempre più sotto l'occhio critico della comunità internazionale, indignata per un conflitto di cui non si vede la fine e che sta dilaniando i gazawi. Eppure l'ipotesi di una tregua si riaffaccia quando il Dipartimento di Stato Usa annuncia la partenza dell'inviato Steve Witkoff verso il Medioriente. "Viaggiamo con la forte speranza di poter annunciare un nuovo cessate il fuoco, così come un corridoio umanitario per il flusso degli aiuti, su cui entrambe le parti hanno in effetti già concordato", riferisce Washington dopo una giornata di durissime critiche a Israele. In giornata, Donald Trump aveva fatto sapere di avere "un buon rapporto di lavoro" con il premier Benjamin Netanyahu ma di essere stato "colto di sorpresa dai raid in Siria e da quello di una chiesa cattolica a Gaza": "In entrambi i casi, il presidente ha chiamato rapidamente il primo ministro israeliano per porre rimedio alla situazione", ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.

All'indomani della dichiarazione congiunta di 28 Paesi, tra cui l'Italia, che hanno chiesto "la fine della guerra ora" e "condannato l'erogazione sporadica di aiuti, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, denuncia "l'orrore a Gaza, con un livello di morte e distruzione senza precedenti nella storia recente". Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, lancia un monito al governo di Benjamin Netanyahu: "I civili non possono essere bersagli. Mai. Le immagini da Gaza sono insopportabili". Infine l'appello "per un flusso libero, sicuro e rapido degli aiuti" e per il pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario. "I civili a Gaza hanno sofferto troppo, per troppo tempo. Bisogna porre fine a tutto questo ora".

Israele si difende tramite il ministro degli Esteri Gideon Saar: "Hamas sta conducendo una campagna di menzogne. Spara sui civili e li tortura quando cercano di raccogliere gli aiuti". Ma lo sdegno internazionale cresce. L'Alta rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, definisce "indifendibile" la condotta di Tel Aviv e spiega che "tutte le opzioni restano sul tavolo", riferendosi a probabili sanzioni contro Israele. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, dopo la visita a Gaza, insiste: "Gli aiuti sono questione di vita o di morte. Ogni ora senza è moralmente inaccettabile". Papa Leone XIV, sollecitato sull'idea di un eventuale viaggio a Gaza, ammette: "Andrei, come in altri luoghi dove c'è la guerra, ma non è necessariamente quella la formula".

Le vittime ieri hanno superato quota 60 e di queste 26 erano a caccia di cibo. Da inizio conflitto i morti sono oltre 59mila. Almeno 16 uccisi nell'attacco alle tende di sfollati di Gaza City, sorpresi nel sonno nel campo di al-Shati. Nel centro della Striscia, in quella Deir Al-Balah finora tenuta lontana dalle operazioni e dove si troverebbero gran parte degli ostaggi, è stata attaccata la residenza del personale dell'Oms.

Nonostante le critiche, il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha riferito del favore mostrato

dal capo di stato maggiore dell'Idf, il generale Eyal Zamir, sull'annessione di parti della Striscia: "Ha detto che è necessaria per sicurezza", racconta il leader ultranazionalista, che commenta: "È un'enorme opportunità".

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