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Leopolda, fischi quando sullo schermo appare D'Alema

Leopolda, fischi quando sullo schermo appare D'Alema

Potevano mancare, alla Leopolda, i fischi a Massimo D'Alema? Ovviamente no. Sul megaschermo della kermesse renziana compare il volto dell'ex presidente del Consiglio e la platea fischia. A quel punto interviene il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: "Noi non fischiamo nessuno. Con grande rispetto cerchiamo di dimostrare che non si può fare una riforma costituzionale in sei mesi, ma penso lo abbia già dimostrato lui negli anni...", dice il ministro con malcelato sarcasmo.

La Boschi con Matteo Richetti e alcuni costituzionalisti prova a smontare le "bufale" sulla riforma, con una sorta di "fact-checking" virtuale con i rappresentanti del No. Sullo schermo della Leopolda compaiono via via clip di Marco Travaglio, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Tomaso Montanari e anche Massimo D'Alema. E gli oratori provano a smontare, una ad una le tesi di chi si batte per bocciare il referendum. Ad aprire le danze è Renzi: "Faremo poi un vero e proprio processo alla riforma e smonteremo le bufale punto per punto. Ci aspettiamo tutte le domande più cattive e più critiche".

"Sentirsi dire da Cirino Pomicino che 40 giorni sono troppi - ironizza la Boschi - da chi ci ha impiegato trent'anni, un po' ci fa sorridere". E tiene a precisare che "sulle unioni civili abbiamo messo la fiducia, ma sulle riforme costituzionali mai". A evidenziare che la maggioranza non ha mai chiuso al dialogo. E ancora: "Tanti del fronte del No che si schierano contro l'immunità poi però non ci rinunciano quando in parlamento insultano le nostre parlamentari del Pd".

"Il referendum è decisivo - puntualizza il ministro -. La riforma la scriviamo noi, cittadini e cittadine, non gli speculatori e i banchieri". Boschi prova a smentire l'accusa secondo cui la
riforma sarebbe stata scritta sotto la dettatura di banchieri e speculatori finanziari.

Nel suo intervento Richetti punta il dito su Bersani: "C'è una frase di Bersani che mi ha fatto restare molto male, quando ha detto che si fa un vanto delle offese di certe persone: io non l'ho mai offeso".

"È curioso - osserva nel suo intervento il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni - che nel nostro dibattito interno siamo circondati da persone che ci fanno delle prediche da sinistra, paladini della ditta che sono paladini solo quando la ditta è controllata da loro direttamente.

È la cosa che dobbiamo avere tutti molto chiara".

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