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"L'equo compenso serve alla ripartenza"

Il vicepresidente della Camera: i professionisti devono essere retribuiti

"L'equo compenso serve alla ripartenza"

Un giovane che studia, si laurea, intraprende una professione deve poter essere retribuito equamente a seconda delle mansioni che svolge. Questo dovrebbe essere un principio cardine in un Paese civile, sancito anche dall'articolo 76 della nostra Costituzione. Purtroppo però spesso le cose non vanno così. Primo firmatario di una delle proposte di legge poi confluite nel testo sull'equo compenso è il deputato di Forza Italia, Andrea Mandelli, vicepresidente della Camera.

Presidente, di cosa si tratta?

«È un primo ma importantissimo passo verso il riconoscimento della dignità del lavoro dei professionisti e del loro ruolo fondamentale per la ripresa dell'intero Paese».

Un'altra vittoria di Forza Italia?

«Il presidente Berlusconi ha capito sin dall'inizio che ci voleva un'attenzione maggiore per il mondo delle professioni ed è per questo che ha istituito un dipartimento interno a Forza Italia che si occupa di questo argomento. Forza Italia si è assunta l'impegno di portare avanti le istanze di oltre 4 milioni di persone che nei duri mesi della crisi pandemica hanno subito in maniera molto dura la contrazione dell'attività lavorativa».

Qual è stata la prima tappa?

«Nella legge di Bilancio 2018 abbiamo cominciato ad inserire questo concetto dell'equità di retribuzione che ci ha portato, dopo una grande operazione di ascolto, ad una proposta di legge poi confluita in una iniziativa unica del centrodestra al fine di portare avanti un concetto sancito dalla Costituzione: un professionista deve essere retribuito in maniera equa per il lavoro che presta. Poi è inutile che ci lamentiamo se tutti scappano all'estero, della denatalità o del perché le famiglie non si formano. Un professionista non può lavorare gratis ma va riconosciuto nella sua dignità».

Chi stabilisce l'equità?

«A livello ministeriale verranno stabilite delle tariffe che rappresenteranno l'equo compenso mutuando un principio contenuto nella mia proposta di legge. Inoltre, ogni singolo ordine professionale potrà portare avanti delle class action qualora si ravvisassero violazioni.

La pandemia ha acuito il problema?

«La pandemia è stata una tragedia per tutti ma anche per i professionisti: nei primi sei mesi del 2020 oltre 30mila liberi professionisti hanno abbandonato la propria attività e a questi si aggiungono 70mila lavoratori dipendenti».

Ora cosa resta da fare?

«A fronte della mancanza di coperture adeguate alla piena estensione della disciplina, esortiamo il governo a reperire le necessarie risorse nella prossima legge di Bilancio per far sì che le nuove norme possano trovare pieno compimento già nella seconda lettura del testo da parte del Senato».

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