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L'esecutivo accelera sul decreto per sbloccare il modello Albania. Partenza fissata a fine gennaio

In Consiglio dei ministri i nuovi regolamenti Ue. Procaccini (Fdi): "Si va nella giusta direzione"

L'esecutivo accelera sul decreto per sbloccare il modello Albania. Partenza fissata a fine gennaio
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Un ddl da approvare già nel prossimo Consiglio dei ministri (al massimo nella seduta successiva) per recepire i regolamenti Ue sull'immigrazione e sbloccare il modello Albania. Mentre mercoledì 17 dicembre l'assemblea plenaria di Strasburgo mettere il sigillo finale sui nuovi pilastri della politica migratoria. Il ministro dell'Interno Matteo Pientedosi, incassato il successo a livello europeo, con l'accoglimento della linea italiana, accelera per blindare il sistema del trasferimento degli immigrati irregolari in Albania e dare una definitiva cornice normativa alla lista dei Paesi europei sancita a livello europeo. Con l'accordo politico al Consiglio Ue degli Affari interni la ricetta italiana in materia di gestione dei flussi migratori trova piena applicazione. "È un accordo che va nella giusta direzione. Ma soprattutto dopo anni e anni in cui siamo stati tacciati di razzismo e insensibilità verso il destino degli immigrati finalmente l'approccio italiano viene riconosciuto a livello europeo come quello di maggior buonsenso", dice al Giornale Nicola Procaccini, il meloniano co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo.

"I regolamenti Ue stabiliscono tre regole: la distinzione tra immigrazione legale e illegale, la necessità di lavorare sulla dimensione esterna dell'Ue l'obbligo di velocizzare e semplificare le procedure per i rimpatri" aggiunge Procaccini che ipotizza anche una road map: "Tra fine gennaio e inizio febbraio dovremmo essere pronti". "Gjader potrebbe diventare il primo esempio di return hub in Paese terzo così come indicato da UE" - rilancia al Giornale il deputato azzurro Alessandro Battilocchio. La grande vittoria del governo italiano è proprio sui centri in Albania. Il modello voluto da Meloni e Piantedosi diventa modello a livello europeo. Con il regolamento Ue viene introdotto il sistema return hub" (o centri di rimpatrio) in Paesi non membri. Esattamente ciò che l'Italia ha fatto due anni. E quindi i due centri albanesi voluti dall'Italia potrebbero diventare i primi in Europa. Quali sono ora le tappe. I regolamenti licenziati dal Consiglio Ue dovranno passare al vaglio dell'assemblea plenaria del Parlamento europeo. La prima data utile è il 17 dicembre: con il via libera del Parlamento europeo i regolamenti entreranno nella fase di negoziazione tra Parlamento e commissione, per essere operativi a fine gennaio. Intanto però il governo italiano, forte della linea europea, prepara il suo pacchetto normativo. Ecco, dunque, la necessità di predisporre un ddl per dotare l'Italia di un impianto legislativo proprio. Le direttive saranno tre: obblighi precisi per i cittadini extra-Ue irregolari, procedure accelerate e la possibilità di creare return hub (o centri di rimpatrio) in Paesi non membri. Il Consiglio Ue ha stabilito per legge la lista dei Paesi sicuri, sottraendo il potere alla magistratura italiana. Ecco la lista: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia.

Anche i paesi candidati all'adesione all'Ue (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Serbia, Turchia) sono designati come paesi di origine sicuri a livello dell'Unione, a meno che nel paese non vi sia una situazione di conflitto armato internazionale o interno, siano state adottate misure restrittive che incidono sui diritti e sulle libertà fondamentali o la percentuale di decisioni positive prese dalle autorità degli Stati membri nei confronti dei richiedenti provenienti dal paese sia superiore al 20%.

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