Legge sul "fine vita", serve una riflessione

Da Luca Coscioni a Martina Oppelli sono già troppe per me le persone che dopo atroci sofferenze hanno scelto di porre fine alla propria vita come farò io stesso un giorno se fossi colpito da tale crudele destino

Legge sul "fine vita", serve una riflessione
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Gentile Presidente (Cara Giorgia), il nostro governo e le componenti del centrodestra che lo sostengono nei due rami del Parlamento godono della fiducia della maggioranza degli Italiani che apprezzano in particolare l'impegno, la concretezza, il pragmatismo e la velocità decisionale che, forse, non si aspettavano dal primo Presidente del Consiglio donna. Da Caivano all'incremento dei posti di lavoro sono tante le tue buone scelte per affrontare le moltissime fragilità e criticità italiane. Sei riuscita poi, in breve tempo, a modificare in positivo l'immagine dell'Italia all'estero ottenendo rispetto e attenzione verso l'intero nostro Paese; un successo incredibile soprattutto se rapportato sia alla scadente "informazione" interna (giornali, tv e social) che quotidianamente tratta in prevalenza di omicidi, violenze e scandali a volte reali ma spesso solo presunti se non proprio inventati, sia alle approssimate dichiarazioni dei tanti mini leader dell'opposizione. L'informazione nostrana ignora o comunque non dà lo spazio che merita alle infinite positività presenti in ogni settore culturale, economico, produttivo e sociale; altrettanto ignorati sono i veri e reali diritti delle persone.

Cara Presidente, molti tra gli italiani che ti apprezzano e sostengono non comprendono però alcune posizioni che appaiono retrograde se non di appiattimento su quelle ecclesiali. Da laico e ateo ho profondo rispetto verso chi ha il dono della Fede e, quindi, verso tutte le religioni in primis, per territorio, quella cattolica; ho però tante riserve sulla scarsa trasparenza che caratterizza le Istituzioni che le governano (dalla pedofilia alla negazione dei diritti e delle uguaglianze di genere, dagli ammanchi e sperperi fino al finanziamento del terrorismo islamico). Da Luca Coscioni a Martina Oppelli sono già troppe per me le persone che dopo atroci sofferenze hanno scelto di porre fine alla propria vita come farò io stesso un giorno se fossi colpito da tale crudele destino. Ti chiedo, certo che lo farai appena ti sarà possibile, nel rispetto di queste persone, dei tanti altri che preferiscono il silenzio e dello stesso Parlamento di cui sei componente, una responsabile riflessione sulla legge in discussione "sul fine vita" in modo che essa possa chiamarsi tale realmente dopo la sua approvazione.

Il possibile appiattimento sulle posizioni del Vaticano sarebbe di fatto poco rispettoso della nostra laicità e poi profondamente offensivo verso i diritti di tanti che hanno sofferto e soffrono di patologie ancor oggi incurabili e dei loro familiari e amici. Non aggiungo altro conoscendo la tua intelligenza prima morale e poi politica.

Antonio Paravia
Associazione Coscioni

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