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L'Europa in ordine sparso. E Londra accusa Berlino: "Come a Monaco nel '38"

Il ministro della Difesa britannico Wallace: "Occidente diviso e molle come con Hitler"

L'Europa in ordine sparso. E Londra accusa Berlino: "Come a Monaco nel '38"

«Putin sciolga il cappio attorno all'Ucraina», è l'appello al leader russo del presidente di Germania, Frank-Walter Steinmeier, fresco di rielezione. «La situazione della crisi ucraina è diventata critica. La nostra preoccupazione è cresciuta», ha spiegato ieri il governo di Berlino, alla vigilia delle visite a Kiev e Mosca del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che incontrerà oggi il presidente ucraino Zelensky e domani il presidente russo Putin. Eppure, nonostante gli avvertimenti ribaditi ieri dalla Germania - «dure e immediate sanzioni se la Russia invade», «la posta in gioco è la guerra» - Berlino è ormai l'imputata principale della fiacchezza dell'Europa nella trattativa con Mosca, che fin qui non ha portato frutti, nonostante l'attivismo del presidente francese Macron.

A gettare la croce sulla cancelleria tedesca, per denunciare in un'intervista al Sunday Times «un'atmosfera che ricorda Monaco in alcuni Paesi occidentali», è arrivato ieri il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace. Il riferimento è alla vigilia della Seconda guerra mondiale, quando alla Conferenza di Monaco di Baviera, nel 1938, pur di scongiurare un conflitto, Regno Unito e Francia lasciarono annettere i Sudeti al Reich di Hitler, una resa che aprì la strada alla guerra. Ora c'è Putin nei panni dell'ex dittatore tedesco e la Germania sul banco degli imputati per la sua linea considerata troppo dialogante con Mosca e poco efficace, oltre che divisiva del fronte occidentale mentre Washington e Londra mostrano il pugno duro. Come se non bastasse, un editoriale del Sunday Times avverte che la mollezza tedesca nella trattativa diplomatica espone Berlino aun forte rischio, ormai più di un sospetto: «l'accusa di mettere i suoi interessi davanti a quelli dell'Europa». E questo - non ha dubbi il domenicale - è la conseguenza di una «politica energetica miope» da parte di Berlino. In sostanza, l'esitazione tedesca dipende dal disperato bisogno che ha la Germania di Nord Stream 2, che porterà il gas russo in Germania attraverso il Baltico, e sarà cruciale per l'approvvigionamento energetico della Germania dopo la chiusura del programma nucleare in seguito al disastro di Fukushima. Addirittura - scrive il Times - «gli aerei inglesi con le armi per Kiev hanno effettuato deviazioni per evitare lo spazio aereo tedesco» e la Germania si è rifiutata di inviare aiuti militari, mentre il Regno Unito è stato ben più generoso con l'Ucraina su questo fronte.

L'accusa, insomma, è che il fronte anti-Putin non sia compatto. Da una parte Washington e Londra in grande sintonia e a muso duro contro Mosca, con Biden e Johnson impegnati a recuperare consensi in patria. Dall'altra Berlino e Parigi, pilastri della Ue, molto meno efficaci, nel timore di ripercussioni delle sanzioni alla Russia sull'economia occidentale. Ma a dare il colpo finale alla Germania, proprio sul tema degli aiuti militari, si è aggiunto l'ambasciatore ucraino a Berlino, che ha parlato di «ipocrisia tedesca». Scholz ha giustificato il rifiuto ricordando che fin dal '71 la Germania, a causa delle ferite della guerra, è contraria all'invio di armi in zone in conflitto o che lo rischiano. Il ministro della Difesa Christine Lambrecht ha aggiunto: «Non vogliamo alimentare la crisi». Ma il diplomatico ucraino Andrij Melnyk affonda: «Nessun'arma per l'autodifesa dell'Ucraina, ma 366 milioni di esportazioni tedesche di beni verso la Russia, nel solo 2020, destinati ad aumentare la produzione di armi.

Indipendentemente dalle sanzioni Ue».

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