Coronavirus

L'Europa preoccupa l'Oms "Casi di nuovo in crescita" Qatar, mille operai infetti

Contagi su per la prima volta in due mesi Allarme lavoratori per i mondiali di calcio

L'Europa preoccupa l'Oms "Casi di nuovo in crescita" Qatar, mille operai infetti

La Tour Eiffel, simbolo di Parigi, riapre dopo tre mesi. Ed è il segno di un lento ritorno alla normalità in Europa. Ma è proprio l'Organizzazione mondiale della Sanità a frenare gli entusiasmi e riaccendere un faro sul vecchio continente. Ora le che le misure restrittive sono state allentate un po' ovunque e «la trasmissione del coronavirus è stata soppressa nella maggior parte dei Paesi europei», «l'Europa non abbassi la guardia», è l'appello del direttore di area, Hans Kluge. «Il virus circola ancora ed è ancora letale», dice ricordando come un quarto dei 9.500.000 contagi totali nel mondo siano avvenuti proprio nel vecchio continente. Dall'inizio della pandemia sono 2 milioni e mezzo i casi registrati di Covid-19 in Europa, quasi quanto negli Usa (2,3 milioni). Ma il dato preoccupante è che per la prima volta da mesi, nelle ultime due settimane, si è registrato un aumento di contagi nel vecchio continente. Ha riguardato ben 30 Paesi, 11 dei quali - ha spiegato ancora Kluge - «hanno assistito a un'impennata molto significativa che, se non controllata, spingerebbe di nuovo i sistemi sanitari europei al limite». Al momento, ogni giorno si contano 20mila nuovi positivi al Covid-19 e 700 decessi quotidiani in Europa. La Russia ieri ha registrato 7.113 nuovi casi, primo Paese in Europa per contagi: 615mila casi e 8500 morti.

E il virus si riaffaccia anche in Israele, fin qui vincente nella sua battaglia. Oltre 530 casi sono stati registrati in un solo giorno, il numero più alto degli ultimi due mesi, con gli esperti che avvertono: «Israele è sul punto di perdere il controllo». Preoccupano anche i Paesi del Golfo, che hanno superato i 400mila contagi. In Qatar, 1.102 lavoratori impegnati nella costruzione degli impianti per i Mondiali di calcio del 2022 sono risultati positivi. Tra loro c'è il primo morto: un ingegnere di 51 anni, deceduto l'11 giugno e di cui non si conosce la nazionalità. Non aveva problemi di salute.

È la prova che, oltre al timore di una seconda ondata di contagi in autunno, c'è quello dei contagi di ritorno. Perché c'è un pezzo di mondo in cui il virus è ancora in piena espansione. In India si viaggia a quota 17mila contagi al giorno, per un totale, fin qui, di quasi 500mila persone infettate, oltre 70mila solo nella capitale New Delhi, la città più colpita. Ed è proprio nell'area metropolitana da 29 milioni di abitanti che il governo ha deciso di avviare un'imponente operazione. Un porta a porta per procedere con relativo test a chi mostra i sintomi da Covid-19. Procedura grezza ma simile a quella che il ministro della Sanità francese ha annunciato per Parigi, dove le autorità sanitarie invieranno 1,3 milioni di coupon agli abitanti della regione, che potranno essere usati per un test.

Dall'Europa, all'Asia alle Americhe. Anche qui la preoccupazione è forte. Situazione allarmante negli Stati Uniti, che hanno segnato il record di 45.557 positivi ieri (2,4 milioni in totale). La paura cresce in Florida, Arizona e soprattutto in Texas, dove le terapie intensive sono sature, tanto che lo Stato ferma le riaperture delle attività commerciali e gli interventi chirurgici non urgenti. Ma i casi aumentano in circa 20 Stati americani, compresi quelli più lodati per i loro interventi a inizio epidemia, la California e lo stato di Washington.

Infine il Sud America. Il Brasile è a quota 1.200.000 contagi, secondo Paese più colpito al mondo. Qui, come in Bolivia, Argentina e Colombia, il Covid è in forte espansione.

Secondo l'Oms, senza un vaccino, le Americhe subiranno focolai ricorrenti nei prossimi due anni.

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