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L'Europa salva il vino: "Via dalle etichette i riferimenti al cancro"

Il Parlamento di Strasburgo modifica il piano Ue: "Il consumo in sé non è nocivo"

L'Europa salva il vino: "Via dalle etichette i riferimenti al cancro"

È la vittoria del blocco italiano a Strasburgo che ha lottato compatto e ha portato a casa il risultato: non ci sarà il bollino nero sulle bottiglie di vino, è passato il concetto che «c'è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro».

È questa una delle modifiche alla relazione sul Piano di azione anti-cancro approvate martedì sera dall'Europarlamento. Dal testo è stato cancellato anche il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta, e introdotto l'invito a migliorare l'etichettatura delle bevande alcoliche con l'inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol.

Passano in Aula gli emendamenti depositati dagli eurodeputati della «maggioranza Ursula» Paolo De Castro (Pd, S&D), Herbert Dorfmann (Svp, Ppe) e Iréne Tolleret (Renaissance, Renew) a testimonianza del dissenso trasversale emerso a Strasburgo sul piano anti-cancro Ue relativo al consumo di vino.

In due parti del testo al riferimento al consumo di alcol è stato aggiunto il termine «nocivo», ritornando alla formulazione originaria del piano anti-cancro proposto dalla Commissione europea. Questi emendamenti hanno ottenuto l'appoggio degli europarlamentari con 381 voti contro 276, e 386 voti contro 270.

La sostituzione del riferimento alle avvertenze sanitarie in etichetta con l'invito a fornire informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol, è passato con 392 voti contro 251. Approvata dunque una formulazione meno rigida in merito al divieto di sponsorizzazione degli eventi sportivi.

Bocciato l'emendamento che modificava il riferimento al ricorso alla tassazione tra le opzioni per scoraggiare il consumo nocivo di bevande alcoliche. Ha dunque così vinto la linea del buon senso, che ha stabilito la distinzione tra uso e abuso, tra consumo moderato e responsabile e consumo nocivo, contro il tentativo di strumentalizzare e di etichettare le nostre eccellenze in maniera fuorviante, con improbabili bollini neri demonizzando un settore così importante della nostra economia legato alla cultura e allo stile di vita dell'Italia, un settore che poi rappresenta anche la prima voce dell'export agroalimentare europeo. E il giorno dopo il successo per aver allontanato il pericolo è tutto da gustare.

«Vittoria! Abbiamo votato al Parlamento europeo per difendere la produzione vinicola, un'eccellenza italiana portabandiera della nostra nazione nel mondo. Dobbiamo promuovere il consumo responsabile, senza criminalizzare il vino o favorire i nostri competitor», ha scritto su Twitter Silvio Berlusconi. Festeggia la delegazione di FI, tra i principali sostenitori degli emendamenti che hanno trovato il consenso dell'aula: «vince la difesa del settore vitivinicolo» ha spiegato Antonio Tajani.

Ma la battaglia fanno notare in molti non finisce qui. Per ora si è riusciti a scongiurare il più possibile un attacco al mondo del vino.

Ma servirà tenere ancora alta la guardia per affermare il concetto di moderazione che è proprio del vino, a partire dai piani dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), al voto a maggio, che prevedono anche avvisi in etichetta, fino al Nutriscore, che minaccia di essere proposto entro l'anno.

«Il Parlamento Europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c», dice soddisfatto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ringraziare per il lavoro di squadra i parlamentari italiani per la difesa di un settore che vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone secondo l'analisi della Coldiretti.

«È stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l'aumento della tassazione e l'esclusione dalle politiche promozionali dell'Unione Europea, nell'ambito del Cancer plan proposto dalla Commissione Europea» afferma Prandini.

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