La lezione della Meloni al prof: "La violenza verbale è ammissione di inferiorità"

Dopo gli insulti choc ricevuti, la leader di FdI mette un punto: "Grazie per la solidarietà. Basta con questi episodi"

La lezione della Meloni al prof: "La violenza verbale è ammissione di inferiorità"

"Pesciaiola". "Ortolana". "Rana dalla bocca larga". "Vacca". "Scrofa". Questi sono alcuni degli insulti vomitati contro Giorgia Meloni targati Giovanni Gozzini, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università di Siena. Il dottore, durante la puntata di Male Male Bene Bene dell'emittente Controradio del 19 febbraio, ha dato sfoggio della sua caratura etica, morale e professionale.

Nel giro di qualche ora, l'imbarazzante puntata nella quale hanno preso parte anche il direttore dell'emittente Raffaele Palumbo e lo scrittore Giorgio van Straten ha fatto indignare più di una persona. Quelle parole, accompagnate da risatine e considerazioni sessiste, non sono state mai condannate dai presenti. Anzi, i tre moschettieri si sono dati manforte a tal punto da tirar fuori il peggio l'uno dall'altro.

Evitiamo di scendere ancora di più nel dettaglio di quella che possiamo definire una squallida puntata (ora rimossa). Evitiamo anche di riportare tutti i messaggi di solidarietà che - per fortuna - la Meloni ha ricevuto. Da Sergio Mattarella alle sardine (sì, pure loro si sono palesate). Ma non evitiamo di commentare le parole di Selvaggia Lucarelli. La giornalista non ha sprecato la ghiotta occasione per far parlare (male) di sé e sui social ha mostrato tutti suoi limiti.

"Non esprimerò alcuna solidarietà a Giorgia Meloni - scrive -. E non la esprimerò nonostante, come ovvio, mi faccia orrore il linguaggio del professore Giovanni Gozzini". Il post su Facebook è molto lungo, ve lo risparmiamo. Ma quelle 30 righe esemplificano al meglio la sua doppia morale. La Lucarelli, infatti, fa un volo pindarico per arrivare a dire che la leader di FdI non merita solidarietà perché "pascola sui terreni fertili dell’odio". Tradotto: odio per odio io (Selvaggia Lucarelli) sto zitta, anzi mi infastidisco perché il capo dello Stato chiama la Meloni. Beh, leggere queste parole fa specie. Un po' perché ogni genere di insulto va sempre condannato, un po' perché la blogger è la prima a mettere alla berlina e a denunciare (giustamente) quanti la offendono. Spiace vedere che la Lucarelli abbia perso l'occasione di dimostrare che le differenze politiche o di pensiero non contano perché la denuncia va sempre fatta. E lei - donna purtroppo sempre nel mirino dei leoni da tastiera - avrebbe potuto lanciare un bel segnale. Invece no, si è persa nel solito stereotipo che "contro la donna di destra tutto è concesso".

Anche il compagno della Meloni, Andrea Giambruno, nel corso della rassegna stampa di Tgcom24 ha voluto stigmatizzare quanto detto da Gozzini: "Sono molto fiero di quello che ha fatto nella sua vita (riferito alla leader di Fdi, ndr). [...] Mi permetto solo di dire che ci sono dei minori che leggono certe schifezze. Io spiegherò a mia figlia quanto sua madre sia valorosa e meritevole di ciò che ha fatto nella sua vita. Mi auguro, professore, ammesso che lei abbia dei figli, che i suoi di figli possano dire altrettanto dei suoi commenti misogini, indegni e vergognosi".

Passate diverse ore di trambusto - con tanto di scuse del prof e sanzioni disciplinari in arrivo - l'onorevole è apparsa in collegamento telefonico a Live-Non è la d'Urso per mettere un punto a questa vicenda. Dopo aver ringraziato tutti per i messaggi di solidarietà ("Una trasversalità straordinaria che può aiutare a far sì che certi episodi non si ripetano"), ha voluto specificare che non ha chiesto che vengano presi provvedimenti contro Gozzini perché "penso che la lezione l'abbia imparata lui. La violenza anche verbale è sempre una implicita ammissione di inferiorità, quando non sei convinto delle tue idee". Forse il trio tragicomico soffre davvero di inferiorità nei confronti di una donna che ha sempre difeso le proprie scelte.

Lei, però, lo fa senza offendere nessuno perché "esiste la critica ma non bisogna mai mancare di rispetto".

Prof, si appunti questa vicenda su un post it. È sicuramente una bella lezione da insegnare ai suoi studenti. Ammesso che abbia ancora una cattedra.

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