Liberale e riformista: il centrodestra francese

Ricorda soprattutto lo spirito del secondo governo Berlusconi

Liberale e riformista: il centrodestra francese

Quando una famiglia politica è in sintonia con lo spirito del tempo sa riconoscere quelli che non le appartengono, o non le appartenevano, e cerca di includerli. Al contrario, quando un movimento politico è in fase di ripiegamento, comincia a scorgere nemici dappertutto. È il caso del centrodestra italiano e di Macron. Sbagliano infatti coloro che lo considerano un rappresentante della sinistra e dunque un avversario politico. Vuol dire possedere una conoscenza superficiale del fenomeno rappresentato dal neo rieletto presidente francese. Che cinque anni fa era stato sì incoronato su una piattaforma di centro-sinistra, ma che poi ha governato sul centrodestra: quello della tradizione francese, del gollismo liberale di Pompidou, del liberal-conservatorismo di Giscard d'Estaing e più di recente del gollismo sociale di Chirac. Non a caso i due primi ministri di Macron, così come i principali membri dei due governi, venivano dalla droite di Sarkozy. Lo stesso ex presidente, cinque anni fa silente, questa volta ha sostenuto Macron e pare si appresti a spostare ciò che resta dei Républicains in area macroniana. Al di là delle persone, che pure contano, sul piano della gestione dell'ordine pubblico, del terrorismo, dell'immigrazione, tutto si può dire tranne che Macron sia stato progressista. Quanto al suo programma economico, sarebbe liberale (alla francese, certo) anche se egli ha mantenuto assai poco, soprattutto a causa della pandemia. Gli elettori della destra repubblicana l'hanno capito del resto: hanno fin dal primo turno in gran parte scelto Macron, lasciando alla povera Valérie Pécresse le briciole. Insomma il Macron 2022 sembra essere l'esponente di un centrodestra europeista, atlantista (sia pure sempre alla francese), liberale: non molto diverso, europeismo a parte, dal governo conservatore che sta al di là della Manica. Un centrodestra liberale attento tuttavia anche alle ragioni della sinistra moderata e riformista. A voi ricorda qualcuno? A me l'esperienza del berlusconismo, soprattutto nel periodo del secondo governo Berlusconi ma anche del Pdl. La famiglia politica berlusconiana non è, e non è mai stata, infatti, di destra, avendo sempre cercato di includere anche coloro che venivano dalla sinistra moderata (come i craxiani). E quanto ai rapporti internazionali, Berlusconi premier ne ebbe di ottimi con Tony Blair, ad esempio, che pure era laburista.

Ovvio e naturale quindi che gli esponenti di Forza Italia abbiano appoggiato con convinzione Macron. Che non va quindi lasciato alla sinistra: sarebbe un grosso errore, l'ennesimo, che il centro destra non può permettersi.

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