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Il linciaggio di Schmidt per le indiscrezioni sulla corsa a sindaco

Un'intervista del direttore degli Uffizi fa scattare un appello di 67 intellettuali di sinistra: "Lasci il museo di Firenze, non può fare campagna"

Il linciaggio di Schmidt per le indiscrezioni sulla corsa a sindaco

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Firenze: Sessantasette intellettuali contro un altro intellettuale. La sua colpa? Aver detto che «Firenze in questi anni è peggiorata». Ma soprattutto non avere smentito le indiscrezioni che lo vogliono candidato a sindaco per il centrodestra. Basta questo per rinverdire la vecchia abitudine progressista della «lettera-appello» che però ha il sapore di una fatwa. Stavolta il bersaglio è Eike Schmidt. Che è il direttore delle Gallerie degli Uffizi dal novembre del 2015. Storico dell'arte tedesco, curriculum di tutto rispetto. Dopo gli studi in Germania e in Italia, con un periodo proprio nel capoluogo toscano, Schmidt, tra le altre cose, è stato curatore del museo J. Paul Getty di Los Angeles e responsabile per l'Europa della celebre casa d'aste londinese Sotheby's. Poi l'arrivo agli Uffizi. Primo direttore straniero del museo fiorentino, con un rapporto piuttosto aspro con l'attuale sindaco dem della città, Dario Nardella. Le critiche a Nardella sono valse a Schmidt la lettera scarlatta di quasi settanta tra artisti, intellettuali e professori universitari. Ma, come evidenziato dal centrodestra, a muovere la reazione dei sottoscrittori dell'appello è la paura che alla fine il direttore degli Uffizi possa davvero accettare la proposta di Fdi e correre nel 2024 per il dopo-Nardella.

Tra i firmatari troviamo il direttore dell'Accademia di Brera Giovanni Iovane, la direttrice del Museo degli Innocenti di Firenze Arabella Natalini, il numero uno della Fondazione Alinari Giorgio van Straten. Con loro artisti, collezionisti, docenti. Tutti esprimono «disagio riguardo a quanto il direttore delle Gallerie degli Uffizi, sul quale circolano le voci di una possibile candidatura a sindaco proposto da Fratelli d'Italia, ha formulato nei confronti del direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti». I firmatari della lettera si riferiscono a un'intervista di Schmidt al Corriere Fiorentino del 14 settembre. «Firenze in questi anni è peggiorata», sosteneva lo storico dell'arte. Dunque la critica a Risaliti: «È uno scandalo che il direttore di uno dei centri meno visitati prenda 120mila euro e i lavoratori 5 euro l'ora». Ed ecco la richiesta: «Prima di lanciarsi in campagna elettorale Schmidt dovrebbe aspettare di lasciare il suo mandato di direttore di un museo pubblico». Identica accusa sollevata il 15 settembre da Sara Funaro, assessore al Welfare di Nardella e probabile candidata sindaco del Pd.

Eppure a sinistra sono abbastanza esperti di commistione tra politica e cultura. Basti ricordare il caso di Carlo Fontana, sovrintendente della Scala di Milano dal 1990 al 2005. Fontana nel 2006 è stato eletto senatore per L'Ulivo. Più recentemente, Gaetano Manfredi è passato nel giro di un anno e dieci mesi da essere rettore dell'Università di Napoli Federico II alla nomina a ministro dell'Università nel secondo governo Conte a sindaco del capoluogo partenopeo appoggiato da Pd e M5s. L'ex ministra del centrosinistra Giovanna Melandri ha fatto il percorso inverso. Direttamente dalla politica alla presidenza del museo Maxxi di Roma nel 2012. Nel 2020 i progressisti volevano candidare a sindaco di Venezia l'ex sovrintendente del Teatro La Fenice Cristiano Chiarot. Mentre il nome del rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco era circolato come potenziale candidato del centrosinistra a sindaco di Torino nel 2021 ed è tornato alla ribalta come carta di M5s e Pd per le regionali in Piemonte.

Intanto arriva l'endorsement pro-Schmidt da parte di Sgarbi: «Schmidt sindaco di Firenze? Perfetto».

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