
Sul terzo mandato ci si muove su un filo sottile, lungo un cammino costellato di incognite. Il livello di coinvolgimento delle forze di maggioranza è tutt'altro che omogeneo. Fratelli d'Italia ha dettato la svolta, con Giovanni Donzelli che dopo l'esecutivo del partito ha aperto un inatteso spiraglio, sollevando il veto. Un segnale che Giorgia Meloni ha voluto recapitare alla Lega, facendo seguito al colloquio di un paio di settimane fa con Massimiliano Fedriga. Un incontro che ha rappresentato un punto di svolta e un passaggio fondamentale nella correzione di rotta decisa dalla presidente del Consiglio.
La premier ha spiegato ai suoi dirigenti che affrontare gli ultimi due anni di legislatura in un clima di contrapposizione frontale con la Lega non avrebbe avuto senso. Bisogna dare ascolto ai campanelli d'allarme risuonati prima in Sardegna poi a Genova ed evitare di entrare in rotta di collisione con Luca Zaia, lasciando che le sue liste svuotino di consensi quelle di Fratelli d'Italia. L'obiettivo a questo punto è blindare il Veneto e le Marche, una Regione governata da Francesco Acquaroli di FdI, ma che storicamente ha sempre avuto un forte radicamento a sinistra e in cui i sondaggi prefigurano una partita aperta.
Il problema ora è stabilire se, come e quando sarà possibile modificare la legge. Il primo passaggio riguarda la Conferenza delle Regioni da cui arriverà in tempi rapidi una indicazione favorevole, anche se non unanime. Il vero nodo riguarda il veicolo parlamentare che dovrà farsi carico della modifica. La Lega - come rivela il Foglio - avrebbe incaricato Roberto Calderoli di presentare un ddl di iniziativa parlamentare, evitando così il ricorso al decreto legge, ad alto rischio di bocciatura da parte del Quirinale per l'assenza dei requisiti di urgenza. Fratelli d'Italia preferirebbe invece inserire la norma come emendamento al premierato - il termine per la presentazione è previsto per il mese di luglio - ma questa ipotesi non è ben vista dalla Lega perché i tempi rischiano di essere lunghi.
All'interno di un quadro evidentemente complesso c'è poi la questione Forza Italia. «Saranno i leader del centrodestra ad affrontare in ultima analisi il numero dei mandati. Forza Italia è per due mandati ma, ovviamente, ascolterà ogni proposta» dichiara Maurizio Gasparri. Fulvio Martusciello, invece, allontana l'ipotesi di un rinvio delle Regionali. «Vedo complicata una proroga delle elezioni a marzo. Quando nel 2020 si decise di posticipare il voto, fu per l'emergenza Covid. Oggi, quali sarebbero le ragioni? Forse il diritto di Zaia di tagliare il nastro delle Olimpiadi? Del terzo mandato se ne potrà discutere solo dopo questo turno elettorale invernale».
Chi sorride soddisfatto all'idea del rilancio del terzo mandato è Vincenzo De Luca. Seduto nel retropalco della manifestazione per Gaza a Roma, a chi gli chiede del terzo mandato replica con un sorriso: «Dio vi benedica.
Siamo qui davanti a una basilica carica di storia e di valori di sacralità. Mantenetevi su questa linea». Il governatore campano trova anche un momento per scambiare alcune battute in dialetto napoletano con l'ex segretario Pier Luigi Bersani: «Ma la vuoi finire, riposati».