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L'Inquisizione era più garantista di certo femminismo

L'Inquisizione era più garantista di certo femminismo

P assato l'Otto Marzo, proponiamo il Nove, oggi, come Giornata della difesa della Verità dal femminismo ideologico. Dedichiamo dunque questo primo Nove marzo al fisico italiano Alessandro Strumia cacciato dal CERN (il più grande centro di fisica europeo) e poi messo al bando anche dall'Università di Pisa, per aver detto ciò che non ha mai detto. Di che cosa è accusato Strumia? Di aver sostenuto durante un workshop che le donne sono inferiori e non sono adatte allo studio della Fisica. Se fosse vero sarebbe stata davvero una idiozia imperdonabile. Ma è falso. Strumia ha detto un'altra cosa: e cioè che non si possono introdurre le quote rosa nella scienza «perché nella Fisica non si entra per inviti» ma soltanto per merito. E ha citato Marie Curie, premio Nobel per la Fisica nel 1903, seguita da Maria Goeppert-Mayer nel 1963 e l'anno scorso da Donna Strickland.

Il fisico italiano ha detto proprio questo: nella scienza si va avanti per merito e non per genere e che quindi non è concepibile imporre avanzamenti accademici e di carriera secondo il sesso. Ha ricordato che per secoli la fisica è stata costruita dagli uomini e che dal 1900 avanzano le donne, per merito. Non ci sembra che faccia una piega.

Ma i giornali appiattiti sul femminismo più irresponsabile, insieme ad accademici non meno beceri, hanno linciato Strumia senza neanche dargli quel diritto di replica che fu concesso a Galileo dall'Inquisizione che era molto, ma molto più garantista del femminismo.

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