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L'Italia riparte e il Sud corre. Imprese in crescita nel 2025

L'analisi di Unimpresa: nei primi nove mesi dell'anno il fatturato aumenta di 63,5 miliardi. Mezzogiorno in testa

L'Italia riparte e il Sud corre. Imprese in crescita nel 2025
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L'economia italiana e il Mezzogiorno tornano a crescere insieme, segnando nel 2025 un cambio di passo che interrompe il rallentamento dello scorso anno e riapre una fase di sviluppo più diffusa, sostenuta dalla stabilizzazione del quadro macroeconomico e dagli effetti delle politiche adottate dal governo. I dati sulla fatturazione elettronica elaborati dal Centro studi di Unimpresa raccontano un Paese che archivia il rallentamento del 2024 e torna a crescere con decisione, grazie a un contesto macroeconomico più stabile e agli effetti delle politiche messe in campo dal governo. Nei primi nove mesi dell'anno il fatturato complessivo di imprese e partite Iva aumenta di 63,5 miliardi di euro, pari a un +2,6%, riportando gli incassi totali a quota 2.466 miliardi. Un risultato che non solo recupera la perdita dell'anno precedente, ma la raddoppia in valore assoluto, segnalando un vero cambio di ciclo.

La ripresa attraversa settori e territori, ma caratterizza in particolare il Mezzogiorno, che cresce a ritmi superiori alla media nazionale. È uno dei segnali politicamente più rilevanti che emergono dal report: il Sud torna protagonista e dimostra di saper intercettare le opportunità offerte da un quadro economico meno penalizzante. Campania, Sicilia, Sardegna, Calabria e Basilicata registrano incrementi significativi, con punte superiori al 5%, confermando che gli investimenti, le misure di sostegno alle imprese e le politiche di valorizzazione delle economie locali stanno producendo effetti concreti.

Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, "i dati sulla fatturazione elettronica restituiscono un'immagine incoraggiante dell'economia italiana, frutto della capacità delle imprese di operare con resilienza e delle misure introdotte dal governo guidato da Giorgia Meloni". Una crescita diffusa che attraversa settori e territori e che, aggiunge, "dimostra come, quando le condizioni di contesto migliorano, il Sud sia in grado di esprimere dinamismo economico e attrarre investimenti". Il riequilibrio territoriale, in questa fase, smette di essere solo un obiettivo sociale e diventa una leva strategica per la crescita complessiva del Paese.

Il quadro settoriale rafforza questa lettura. A trainare la ripresa è innanzitutto il comparto dell'energia, con la fornitura di elettricità e gas in aumento di oltre il 15%, segno del superamento della fase emergenziale e di una maggiore stabilità dei mercati. Tornano a crescere con decisione anche le costruzioni, che superano i 200 miliardi di fatturato grazie alla continuità degli investimenti infrastrutturali e a un graduale miglioramento dell'accesso al credito. L'agricoltura registra un incremento vicino al 7%, sostenuta dalle politiche di tutela del Made in Italy e dalla buona performance dell'export, mentre il manifatturiero rientra in territorio positivo dopo le difficoltà del 2024.

Sul piano territoriale, accanto al ruolo di locomotiva della Lombardia, che supera i 751 miliardi di fatturato con una crescita di oltre il 3,5%, e al netto recupero del Lazio, salito a 397 miliardi con un incremento intorno al 3,5%, emerge con forza la spinta del Mezzogiorno, dove Campania, Sicilia, Sardegna e Calabria registrano aumenti compresi tra il 3% e oltre il 5%, confermando una dinamica di crescita superiore alla media nazionale. È qui che la crescita assume un valore politico ed economico particolare, perché amplia la base produttiva nazionale e rafforza la coesione. "È la conferma che le politiche di sostegno territoriale, se ben indirizzate, funzionano", sottolinea ancora Longobardi, avvertendo però che la ripresa "non va data per scontata" e richiede continuità nelle scelte.

Il messaggio che arriva dai numeri è chiaro: quando le imprese vengono messe nelle condizioni di

operare, rispondono. La sfida ora è trasformare questi segnali positivi in crescita strutturale, consolidando il sostegno alle pmi, difendendo le filiere produttive e accompagnando il sistema economico, soprattutto al Sud.

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