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L'Italia tenta il dialogo per scongiurare il conflitto commerciale

La strategia di Palazzo Chigi: punizioni efficaci ma sostenibili. E andrà a Mosca

L'Italia tenta il dialogo per scongiurare il conflitto commerciale

Sì alle sanzioni. Ma senza chiudere la porta al dialogo con il Cremlino: è questa la linea che trapela da Palazzo Chigi, all'indomani dell'annuncio di Vladimir Putin di riconoscere l'indipendenza del Donbass.

Al netto della dura presa di posizione sia da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi, che del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il governo italiano non tira troppo la corda sul terreno delle sanzioni a Mosca.

Il ragionamento del premier si poggia su un assunto: «Le sanzioni devono essere efficaci ma anche sostenibili». Predisporre misure concentrate in settori che non comprendano l'energia e che siano proporzionate rispetto all'attacco. L'Italia è il Paese è più esposto e più vulnerabili dal punto di vista energetico in Europa. Il viaggio a Mosca è confermato. Ma non c'è ancora la data. È in programma invece per prossima settimana il passaggio alle Camere da parte del capo dell'esecutivo sulla crisi Russia-Ucraina.

Altro elemento è il continuo contatto di Draghi con i partner europei. In particolare con Macron con cui ieri ha avuto un colloquio. Oggi il ministro degli Esteri Luigi di Maio terrà un'informativa urgente prima al Senato (ore 12) e poi alla Camera dei Deputati (ore 16) sulla crisi. La strategia di lungo periodo, scelta da Palazzo Chigi, è quella di evitare un lungo conflitto commerciale con la Russia con pesanti ricadute sull'economia italiana. Nel breve periodo, bisogna però alzare la voce con Mosca, mantenendo in Europa una posizione compatta. Posizione ribadita ieri dal premier: «Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta - ha sottolineato Draghi aprendo il suo discorso all'inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio di Stato - di un'inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell'integrità territoriale dell'Ucraina».

Il capo del governo ha poi ribadito di essere «in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell'Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell'ambito dell'Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia». L'obiettivo per il presidente del Consiglio resta quello di «evitare guerra nel cuore dell'Europa». Sul dossier lavora il ministro degli Esteri Di Maio che definisce il riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate del Donbass «inaccettabili». «L'Italia - precisa Di Maio - è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni. Continueremo a coordinarci con i nostri partner europei, i nostri alleati. Continueremo a lavorare in stretto coordinamento, perché quello che è avvenuto ieri sul riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche autoproclamate è un gravissimo ostacolo a una soluzione diplomatica di questa crisi». Ieri si tenuto il G7 straordinario dei ministri degli Esteri prima della riunione informale dei capi delle diplomazie dei Paesi.

Per il ministro Di Maio - «l'Unione europea deve essere ferma e irremovibile» rispetto «alla pretesa di ritirare le truppe russe dall'Ucraina».

Intanto sempre nella giornata i ventisette Stati dell'Ue hanno espresso all'unanimità il proprio appoggio al primo pacchetto di sanzioni proposte dall'Alto rappresentante Josep Borrell contro Mosca e i separatisti del Donbass.

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