Coronavirus

L'Oms bacchetta l'Europa. "Rischia la terza ondata". Ma il lockdown è alla fine

L'Ue accusata di non essersi attrezzata contro il virus. Da Londra a Parigi, via le restrizioni

L'Oms bacchetta l'Europa. "Rischia la terza ondata". Ma il lockdown è alla fine

Mentre Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania e Spagna stanno studiando, in previsioni del Natale, una prudente strategia di «allentamento» dei divieti, arriva la bacchettata dell'Oms che - dimenticandosi delle tante gaffe inanellate ai tempi della prima ondata pandemica - ci mette in guardia addirittura sui «rischi della terza ondata».

Il pericolo paventato dall'Organizzazione mondiale della sanità sarà anche concreto, peccato che ormai l'Oms abbia perso (al pari di gran arte del mondo scientifico) quell'autorevolezza necessaria per farsi prendere sul serio dall'opinione pubblica. Tutta colpa - lo ribadiamo - delle troppe contraddizioni su cui l'Oms è inciampata dall'inizio dell'emergenza Covid (marzo 2020) fino ad oggi. Ma, esattamente, in cosa sostiene oggi l'allarme della massima autorità sanitaria a livello internazionale? «L'Europa - avverte l'Oms - se non si attrezzerà in modo corretto si ritroverà, fin dall'inizio del 2021, al centro di una terza ondata della pandemia». Parola di David Nabarro. Peccato che si tratti dello stesso Nabarro che, non più tardi di una settimana fa, si era dichiarato «contrario al lockdown». Motivo? «È una misura che produce povertà diffusa, il crollo del turismo e rovina i piccoli agricoltori»; e magari fossero solo i «piccoli agricoltori», l'effetto deleterio dei «blocchi» sull'economia sono ben più ampi e sotto gli occhi di tutti. L'incoerenza di Nabarro è evidente, ma l'inviato speciale dell'Oms pare non accorgersene. Per lui l'importante è ora puntare preventivamente il dito contro quei governi europei colpevoli di «non aver realizzato le infrastrutture necessarie durante l'estate, dopo aver riportato sotto controllo la prima ondata». Osservazione più che giusta, se non fosse che proprio le indicazioni confuse dell'Oms hanno complicato maledettamente.

Parole di elogio Nabarro le riserva invece ai paesi asiatici dove «diffusione del Coronavirus è stata sconfitta grazie a comportamenti corretti». «In Asia ha spiegato il rappresentante dell'Oms - le persone sono pienamente coinvolte nella lotta al contagio, mantenendo le distanze, proteggendo i gruppi più a rischio e indossando le mascherine»: quelle stesse mascherine che nello scorso marzo, all'inizio delle prime avvisaglie del Covid, Nabarro e soci definivano «inutili». Ma dall'Oms non è mai venuto uno straccio di autocritica. A sbagliare sono sempre gli altri. Molto più facile trincerarsi dietro consigli scontati, del tipo: «Per allargare le maglie bisogna attendere fino a quando i numeri non saranno bassi e si manterranno bassi. L'esatto contrario di quanto è stato fatto in estate, tanto che ora i contagi sono di nuovo in aumento». Tra i Paese che ha fatto peggio, l'Oms inserisce anche l'Italia, rea di aver «imposto in primavera un confinamento troppo pesante».

Neanche il tempo di finire la frase, ed ecco l'ennesimo controsenso: «Siamo sulla lama di un rasoio. La Svizzera, ad esempio, ha commesso un grave errore nel riaprire le piste sciistiche: ciò potrebbe condurre ad un livello molto alto di contagi e decessi».

Insomma, l'Oms non si smentisce solo per una cosa: continuare a dire tutto e il contrario di tutto.

Come sempre.

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