Politica estera

Londra, Parigi e Bruxelles in piazza e i leader "giustificano" l'antisemitismo

Marcia di 800mila nella capitale inglese. Macron punta il dito: Israele uccide innocenti senza giustificazione. Ma chi darebbe tregua ai terroristi?

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Qualcosa non torna nel modo in cui la politica si occupa della «crisi mediorientale». Si tratta di un'espressione insufficiente: da quel 7 ottobre di atrocità mai viste che possono ripetersi se Israele non ferma Hamas, il mondo soffre di un forma di cecità, di amnesia, da cui viene giustificata un'ondata antisemita di pregiudizio che invade piazze, università, distrugge memoria e civiltà in cui viviamo. Mentre enormi masse di volgari odiatori di ebrei marciano a Londra (800mila ieri), a Parigi, a Bruxelles, la politica balbetta luoghi comuni che se ubbiditi salverebbero i boia di Hamas. La legge internazionale che prevede tregue fra stati, non prevede di concederla a un'inaffidabile, feroce organizzazione terroristica.

Uno sfondo di numeri non verificati e fake news avalla le grandi marce antisemite che stanno invadendo l'Europa. Nelle ultime 48 ore Emmanuel Macron, Antony Blinken e persino Donald Trump propagandano un umanitarismo politico per cui Israele agisce, se non si ferma, contro la legge internazionale, e anzi, ha un certo gusto perverso a violarla. Il presidente francese ha detto che «de facto» Israele uccide «donne e bambini»: la storia vera de facto è quella per cui Hamas ha ucciso donne e bambini ebrei. Ma Macron ha parlato alla Bbc, la più prevenuta fra le tv, prima delle manifestazioni antisemite di ieri, kefia e urla che chiedono la distruzione di Israele «dal fiume al mare». Macron aveva, proprio a Gerusalemme, sostenuto il diritto di Israele a difendersi; e adesso ha ripetuto che «de facto» è «senza giustificazione» che Israele uccida innocenti. Sa bene che Israele fa di tutto per evitarlo nella difficile decisione di battere Hamas anche se usa i suoi come scudi umani: questo non cambia la necessità di cancellare dal confine l'insicurezza, l'invivibilità assoluta per tutti i cittadini. Anche Blinken ripete ogni giorno la richiesta Usa non di una tregua, ma di una interruzione, mentre persino Trump ha esclamato che è «orribile» quello che accade.

Ma che cosa sta accadendo? L'esercito consente per 4 ore al giorno gli spostamenti verso Sud. Per settimane con telefonate e volantini ha cercato di evacuare la popolazione: Hamas per tenersi i suoi scudi umani ha anche sparato. Il difficile obiettivo di Israele è battere su un terreno che nasconde ovunque le armi e gli uomini, un nemico che ha costruito una fortezza su 500 chilometri di gallerie, e combatte da trappole di fuoco. Tsahal ha catturato 11 nidi di missili, un tunnel era piazzato nell'ingresso di una scuola, un altro sotto i letti di due bambini in una camera, un edificio civile copriva una caserma piena di Rpg, missili, armi automatiche, bombe a mano, strumenti tecnologici. I tank sono preceduti da unità in avanscoperta, i veicoli corazzati ricevono attacchi mortali di artiglieria e di missili. Con volantini o direttamente si rivolgono alla gente chiedendo informazioni sui rapiti, pensiero dominante.

Dell'ospedale al-Shifa al centro della battaglia, tutto il mondo sa che copre il nido del ragno, Yehie Sinwar, il nazista-jihadista che ha concepito nei particolari la barbarie. Israele ha chiesto di spostare i pazienti, i medici, le attrezzature da settimane: Hamas l'ha impedito, ma adesso pare che lo sgombero sia avanzato. Si accusa Israele di violare la Convezione di Ginevra ma la protezione di strutture umanitarie è legata a che «non siano usate fuori dei loro doveri umanitari, per atti pericolosi per il nemico», cioè quando diventano strumenti di guerra. Così è stato per al-Shifa.

I pazienti adesso devono raggiungere zone sicure, e essere curati: invece che applicarsi a fermare Israele, che non lo farà, le forze umanitarie potrebbero assistere i profughi.

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