
Dopo la vittoria nelle Marche i leader del centrodestra si riuniscono in Calabria e lanciano l'assalto finale in vista delle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. A Lamezia Terme, nel cuore di Corso Numistrano, va in scena il comizio più atteso della campagna elettorale. Sul megapalco allestito vicino alla Cattedrale, la premier e i suoi vicepremier si stringono attorno al presidente uscente Roberto Occhiuto, deciso a replicare in Calabria il successo ottenuto da Francesco Acquaroli.
Ci sono tutti i big, i leader della coalizione, insieme a dirigenti, parlamentari, candidati delle otto liste e ai rappresentanti locali del centrodestra. Ma Giorgia Meloni non guarda solo alla Calabria, ma sceglie subito di spedire un messaggio forte all'opposizione parlamentare nelle ore calde della proposta di pace recapitata da Donald Trump a Israele e ad Hamas.
"Gli Stati Uniti hanno avanzato una proposta per la pace in Medio Oriente, accolta da Israele e dai Paesi arabi. L'Italia la sostiene. Vedremo ora se Hamas farà lo stesso. Giovedì, in Aula, si discuterà delle mozioni sulla Palestina: mi appello all'opposizione affinché l'Italia voti compatta, per dimostrare che la pace la vogliamo davvero". Sull'immigrazione, aggiunge, "dicevano che la destra sarà isolata in Europa, guardate è rimasta solo la sinistra italiana a proporre la grande soluzione dei porti aperti perché anche nel resto d'Europa, pure qualche sinistra, c'è arrivata che non può essere una soluzione. Sono rimasti loro tipo soldato giapponese gli ultimi a dirlo".
La premier ringrazia Occhiuto per aver voluto fortemente la sua presenza: "Siamo orgogliosi di essere qui con Roberto, nel ricordo anche di una grande donna come Jole Santelli. La Calabria sta cambiando. Siamo qui per vincere insieme, come ieri nelle Marche". Meloni quindi rivendica i risultati dell'esecutivo: "Siccome sono proprio sfigati sinistra - ricorda - a un certo punto quest'estate hanno detto anche che crollava il turismo, abbiamo fatto il record di visitatori della stagione, abbiamo superato pure la Spagna".
Dicevano che il governo sarebbe caduto in sei mesi. Siamo il quarto su 68 per longevità. E presto diventeremo il terzo. E tutti e tre saranno governi di centrodestra. Questo perché noi stiamo insieme non per odio verso gli altri, ma per una visione comune. Non ci muove la rabbia, ma l'amore per il nostro Paese". Sul fronte interno, Meloni replica alle critiche sul reddito di cittadinanza: "Abbiamo detto no al reddito di cittadinanza e ora ci parlano di reddito di regionalanza. Ma la dignità non si regala, si costruisce. Gli italiani sono un popolo fiero e chiedono rispetto, non assistenzialismo". Meloni ironizza - senza infierire troppo - sul significato nazionale che molti esponenti del centrosinistra avevano assegnato al voto delle Marche, preconizzando l' inizio di una inversione di tendenza nel Paese. "Ieri abbiamo vinto nella Marche, ribattezzate anche Ohio (con riferimento a una vittoria paradigma dell'orientamento nazionale, ndr) dove hanno confermato il governatore uscente. I cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra, guardano al risultato del buon governo, alla concretezza e non si fanno trattare da stupidi come da chi dice che vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina".
Dal palco, Roberto Occhiuto sceglie toni diretti e orgogliosi: "Chiedo ai calabresi di ricordare com'era la regione quattro anni fa. Nessuno ha la bacchetta magica, ma in questo tempo abbiamo fatto molto più di quanto si sia fatto in decenni. Abbiamo trovato una Calabria immobile e oggi abbiamo una Calabria, che cammina e che fa parlare bene di sé nel Paese". Una crescita che passa anche dal legame tra governo e territorio come sottolinea Matteo Salvini. "Abbiamo 22 miliardi di euro di lavori pubblici in corso. Mai nessun ministro ha investito così tanto qui. Stiamo facendo in pochi anni quello che la sinistra non ha fatto in cinquant'anni". E aggiunge: "Noi parliamo di sanità, scuole, lavoro. Gli altri insultano e criticano. Fate arrivare fino alla Schlein l'applauso di Lamezia". Il vicepremier Antonio Tajani sceglie la metafora calcistica.
"Abbiamo vinto il primo tempo nelle Marche, ora tocca al secondo: la Calabria. Vinceremo 2-0. Occhiuto ha trasformato questa terra e ha saputo dialogare col governo. Per questo chiediamo voti per lui: per continuare a far bene".