L'America è malata e il mondo deve prepararsi a un flagello peggiore di quello del 2008. Quando l'America smette di crescere, tutto il mondo soffre. E, come se non bastasse, cresce la probabilità di una guerra con la Cina che potrebbe coinvolgere Russia, Iran e persino Turchia con una incubazione di cinque anni al massimo, secondo quanto prevede il vegliardo e lucidissimo Henry Kissinger.
L'America si è ammalata sia per la brusca frenata di Wall Street che per lo shutdown causato dal braccio di ferro tra Donald Trump e Nancy Pelosi, presidente della Camera. Scatta da oggi l'aumento di tasse e multe locali mentre la candidata democratica Elizabeth Warren propone di togliere ai super ricchi 2,75 trilioni. Grandi città come Los Angeles, mettono nel salvadanaio decine di milioni per affrontare i «rainy days», le brutte giornate che verranno. Intanto si aggrava il confronto americano con Pechino di natura ormai cosmica: non si tratta solo di commercio e spionaggio con telefonini Huawey, ma dell'occupazione del mare della Cina meridionale con isole artificiali che limitano la libera navigazione.
La terza guerra mondiale si avvicina se aumenta la crisi e avrà i suoi campi di battaglia nei computer, sulla Luna e con satelliti armati già in orbite fantasma.
La vicenda venezuelana di queste ore prefigura gli schieramenti: Usa e Occidente contro il dittatore comunista Maduro, sostenuto dalla squadra di Cina, Russia, Iran e Turchia. Di Maio segue con zainetto e merendine, Dibba non pervenuto.
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