Roma - Contrordine compagni (sindacalisti). Sui voucher lavoro, non esagerare con i processi. E, per quanto riguarda i buoni utilizzati dal sindacato, la parola d'ordine con la stampa è «circoscrivere», limitando il danno mediatico. La nuova puntata sui voucher arriva da un documento interno alla Cgil. Il primo sindacato del Paese si sta mobilitando per abolire, attraverso un referendum, i buoni che permettono di pagare il lavoro occasionale. In una «nota alle strutture» anticipata da Repubblica, Tania Sacchetti e Nino Baseotto della segreteria, si raccomandano a quadri e funzionari: in vista della pronuncia della Consulta sull'ammissibilità del referendum l'obbiettivo «deve essere quello di rilanciare la validità» della posizione del sindacato «evitando i processi ed evitando di alimentare fratture nella organizzazione e nella sua immagine».
Tradotto: sostegno al quesito referendario sì, processi ai datori di lavoro che utilizzano i buoni, no. Anche perché i casi si utilizzo dei voucher da parte della Cgil in questi giorni si sono moltiplicati.
I membri della segreteria guidata da Susanna Camusso dicono che «meglio sarebbe stato usare maggiore attenzione». Ma le cose sono andate diversamente, quindi, «anche nella relazione con la stampa locale, il fenomeno va circoscritto a quello che è, un utilizzo per limitate attività meramente occasionali svolte da soli pensionati».
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