
L'accordo questa volta è vicinissimo. Anzi, è arrivato e prende di sorpresa, come un ladro, le opposizioni che non l'aspettavano. Dalle parti della maggioranza, invece, è la controprova che il governo si è mosso nella giusta direzione.
"L'accordo raggiunto in Egitto per l'applicazione della prima fase del piano di pace del presidente Trump - afferma Arianna Meloni - è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza. Il governo Meloni ha sempre sostenuto questo piano". Anche quando erano in pochi a crederci e Trump era per la community del politically correct il principale sponsor di quel criminale di Benjamin Netanyahu.
Poi Arianna posta una frase, non proprio indolore, che diventa subito iconica: "Il governo complice sì, ma della pace in Palestina". La premier esulta: "Sono molto lieta del lavoro silenzioso ma costante che l'Italia ha fatto, per ricordare che la pace si costruisce lavorandoci e non limitandosi a sventolare bandiere".
Insomma, l'orgoglio va a braccetto con la stoccata rivolta ai tanti detrattori dell'alleanza fra Roma e Washington. I profeti di sventura che però hanno sbagliato, se tutto andrà per il verso giusto, le previsioni. "Ero in contatto con discreta parte dei negoziatori - spiega la presidente del Consiglio - sapevo che le cose stavano andando bene, che si facevano passi avanti da qualche giorno. Su queste cose si aspetta sempre ad avere la certezza, ma per me era una notizia attesa". Meloni si dice "commossa" dalle immagini che arrivano da Gaza, dove la gente festeggia. E ringrazia i protagonisti della trattativa: Trump, e poi Egitto, Qatar e Turchia, in un gioco delle parti e delle gerarchie, si mette a disposizione della comunità internazionale: "L'Italia è pronta a fare la sua parte se ci verrà chiesto un contributo, siamo ovviamente pronti a stare in prima linea".
Matteo Salvini è pure oltre: "Se le armi finalmente taceranno, il presidente Trump merita davvero il premio Nobel per la pace". E Antonio Tajani, ministro degli Esteri, sottolinea lo stesso concetto: se si dovesse arrivare ad un accordo fra le parti, "quanto mai vicino", Trump "certamente avrebbe i titoli" per ambire al Nobel.
Ignazio La Russa, presidente del Senato, torna alle parole di Arianna: "Bisogna ringraziare chi si è speso a partire da Trump e dai paesi che sono stati all'altezza della situazione e anche Giorgia Meloni che, come qualcuno ha detto, è complice di pace ed è un orgoglio per tutti noi italiani". Visioni internazionali. E polemiche nel cortile di casa.
Francesco Filini, deputato e responsabile del programma di FdI, disegna un ritratto al vetriolo dei progressisti: "Li vediamo bene quei musi lunghi in Parlamento. Una sinistra in lutto dopo aver sfruttato per mesi la tragedia a Gaza, ma che ora non riesce a esultare per gli spiragli di pace. Possiamo dire a gran voce - è la chiusura - Meloni complice della pace in Palestina".
E così lo slogan della sorella maggiore della premier rimbalza di dichiarazione in dichiarazione.
"Giorgia Meloni, complice della pace", ripete il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari che poi precisa: "Il governo italiano non ha mai assecondato quanti spingevano per una contrapposizione frontale con Israele.
Atteggiamento che è valso a Meloni la delirante accusa di complicità in genocidio ma che in realtà la rende a tutti gli effetti complice dell'accordo di pace raggiunto". Intanto, la leghista Silvia Sardone posta la foto dell'emiciclo del Parlamento europeo in festa. A sinistra però sono seduti e non battono le mani.