L'Ue ora apre gli occhi: "Schengen si è rotta". Sprint sulle espulsioni. Parigi, sit-in pro Hamas

Al Consiglio degli Affari interni dei 27 proposte sulla stessa linea. Combattere l'immigrazione illegale, monitorare i soggetti a rischio e velocizzare i rimpatri. Le piazze filo Palestina

L'Ue ora apre gli occhi: "Schengen si è rotta". Sprint sulle espulsioni. Parigi, sit-in pro Hamas
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Il Belgio trema ancora, con scuole chiuse in molte città per timori di attentati. Ma non ci sta a passare per il ventre molle d'Europa, visto che da gennaio guiderà il semestre Ue. Nel Consiglio Affari Interni, ieri in Lussemburgo, la ministra Verlinden lancia un messaggio chiaro ai colleghi: serve un migliore scambio di informazioni tra le intelligence e soprattutto dobbiamo chiederci come combattere l'immigrazione illegale «per assicurarci che eventi come quelli dei giorni scorsi non accadano di nuovo». Abbozza un'autocritica: solo 3.678 espulsioni volontarie a segno su 25.292 l'anno scorso. E guarda avanti, dopo il dramma subìto; aver dato al tunisino illegalmente presente appuntamento al commissariato dopo mesi di libertà di movimento, mentre lui ha preferito imbracciare un kalashnikov e sposare la causa dello Stato islamico.

Non è però il solo migrante senza diritto d'asilo transitato in Europa che i 27 non sono riusciti a cacciare prima che inneggiasse ad Allah con un'arma. Quindi si cambia. Insieme nell'obiettivo, ma da separati in casa, col ritorno dei controlli alle frontiere. Mutato il contesto, ci si adatta. «Schengen non è morta ma è rotta, dobbiamo ripararla con la protezione dei confini esterni», dice l'austriaco Kerner, con l'omologa tedesca Faeser che giura di voler «combattere con più forza i trafficanti». Per Vienna e Berlino la chiusura è necessaria vista la «considerevole pressione migratoria». Soluzione condivisa, a tempo; con l'Italia in prima fila sul confine italo-sloveno.

La Svezia piange due vittime e convoca una riunione con i Paesi di secondo approdo: pressa per rimpatri negli Stati di provenienza, in Africa, non nei Paesi di approdo. Finora vinceva l'idea di Dublino: rimandarli in Italia. Johannson parla pure di accordi Ue con i Balcani, Egitto e Tunisia. Loda il discusso memorandum: «Da un mese, progressi significativi, 600 migranti fermati in partenza e moltissimi trafficanti arrestati, è necessario che l'Ue sia al sicuro». Si blindano i confini, ma si aprono gli occhi. E ci si attrezza per una rafforzata cooperazione di polizia antiterrorismo. Il ministro Piantedosi si dice soddisfatto per la volontà di accelerare sui rimpatri.

Si lavora poi a rimuovere i contenuti pericolosi on line «entro un'ora», perché la minaccia, in tema di tema radicalizzazione islamica, «interessa persone sempre più giovani, tra 11 e 14 anni, nuova fascia di età a rischio», avverte Johannsson. La Francia ne è la prova. Ma l'infiltrazione di potenziali terroristi impone di non trascurare gli ingressi via terra, in attesa di lavorare via mare con Frontex. Con l'Africa. Piantedosi vedrà gli omologhi di Slovenia e Croazia il 2 novembre per ponderare lo stop a «Schengen». Collaborazione totale. L'invito alla mobilitazione globale di Hamas accresce i timori. E anche ieri le manifestazioni pro-palestinesi (vietate) hanno dato filo da torcere a Parigi. E a Berlino due giorni fa. «Free Palestine», «Stop genocidio». Idranti e arresti in Germania, 65 agenti feriti, una quarantina i fermi. Paramount ha deciso di annullare gli Mtv European Music Award nella Ville Lumière il 5 novembre.

Tremano anche gli organizzatori delle Olimpiadi 2024. Il rischio emulazione è considerato crescente. E gli allarmi bomba tengono la Francia in costante psicosi, con scuole chiuse, 9 scali in allerta e Versailles alla quarta evacuazione in sei giorni.

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