L'ultimo colpo alla coppia: dirsi addio in sei settimane

Londra studia l'ipotesi di porre fine alle nozze con una procedura «smart». In Italia ci vuole un anno

L'ultimo colpo alla coppia: dirsi addio in sei settimane

Il matrimonio è quella cosa che inizia con una festa affollata di zie mai viste, cugini venuti dalla Calabria e colleghe zitelle che si ubriacano; e finisce in una rimbombante aula di tribunale alla presenza di due avvocati, un giudice e un cancelliere annoiato. Ma presto anche la scarna combriccola che figura nei titoli di coda del sogno d'amore (ah ah) potrebbe essere di troppo. Avanza l'idea - infatti - di sperimentare il divorzio online. Qualche clic è ci si dichiara ex marito ed ex moglie, come ordinare un paio di sneacker su Amazon. Non sarà «divorziare con stile», come suggerisce l'irresistibile romanzo di Diego De Silva, ma almeno sarà una cosa asettica e meno triste del rinfacciarsi quella volta che si buttò il polpettone di mammà.

L'idea arriva dalla Gran Bretagna. Dove il governo sta pensando di investire un miliardo di sterline per riformare e alleggerire il sistema giudiziario. E una delle novità riguarda proprio il divorzio. Secondo il ministro della Giustizia, infatti, in caso di divorzi consensuali e pacifici si potrebbe fare tutto dal computer di casa. I due quasi ex coniugi si accorderebbero sigli aspetti principali del post-matrimonio e compilerebbero dei questionari online grazie a un form intelligente che guida il richiedente e ne strandardizza le risposte. Già così il sistema giustizia di Sua Maestà potrebbe risparmiare 250 milioni di sterline.

«Abbiamo lanciato le prime domande di divorzio telematico in tre siti e estenderemo i test nei prossimi mesi - dice una portavoce del Courts and Tribunals Service -. Queste misure semplificheranno il processo per i richiedenti divorzio e consentiranno di smaltire velocemente le domande». Cosa che non avviene ora, quando coloro che vogliono il divorzio devono compilare moduli di carta e inviarli in tribunale, attendere che l'altro coniuge abbia firmato tutte le carte, espletare gli spesso patetici tentativi di una riconciliazione a quel punto probabile come una gelata a luglio, fornire diversi documenti e spendere parecchi soldini. Con lo smart divorce invece tutto avverrebbe - previo accordo - in sei settimane. Un programma «visionario e ambizioso, senza precedenti nel mondo», si bulla Sir James Mumby, capo della divisione familiare del Tribunale senza precedenti nel mondo. E c'è anche un testimonial entusiasta: Gary Lineker, ex calciatore della nazionale inglese, ha raccontato di aver divorziato da Danielle Bux l'anno scorso utilizzando la procedura telematica e spendendo in tutto 400 sterline. «Sposarsi - dice il capocannoniere di Messico 1986 - è sempre stato facile e divorziare difficile. Anche perché gli avvocati cercano di manipolare i coniugi per metterli l'uno contro l'altra e spingerli a spendere di più. Dovrebbe esserci un algoritmo utilizzabile dai tribunali».

Naturalmente non manca chi pensa che una procedura troppo easy possa favorire un aumento dei divorzi.

In Italia, ad esempio, l'introduzione del divorzio breve ottenibile invece che in tre anni in 12 mesi (sei se a seguiti di separazione consensuale) ha fatto impennare in pochi mesi il numero dei divorzi dai 52.355 agli 82.469 del 2015. Il tutto mentre i matrimoni continuano a diminuire (246.613 nel 2008, 194.377 nel 2015). Come diceva quel film? Ah sì: ti cancello con un clic.

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