Andrea Cuomo
Era un melburnian d'Italy. L'uomo che aveva fatto conoscere e amare agli abitanti della città più cosmopolita d'Australia il buon espresso e le lasagne. Era un pezzo d'Italia agli antipodi e un sorriso per tutto il mondo.
Sisto Malaspina aveva 74 anni ed era molto conosciuto nella metropoli in cui aveva fatto fortuna e in cui è morto venerdì, accoltellato da un somalo che si era autonominato soldato dell'Isis. È stato il suo buon cuore a condannarlo. Sisto stava facendo la sua rituale passeggiata dopo pranzo, dal suo bar Pellegrinis a zonzo per il quartiere di Chinatown in cui tutti lo conoscevano. A Bourke street ha visto un'automobile in fiamme, quella che il trentenne Hassan Khalif Shire Ali aveva riempito di bombole del gas per farla saltare, ha cercato di capire se quel giovane agitato aveva bisogno di una mano e si è beccato una raffica di coltellate.
Ora il suo piccolo bar anni Cinquanta che si trova sulla stessa via, un po' più in là, un'insegna rossa poco glamour, è un piccolo santuario in suo onore. I pochi fiori che all'inizio i dipendenti avevano messo in vetrina accanto alla sua foto gigante sono diventati ora dopo ora un giardino. I dipendenti hanno scritto con calligrafia semplice su un cartoncino giallo limone un messaggio intitolato «The best boss», il miglior capo. «Grazie per avere reso noi, membri del tuo staff, parte della tua vita - si legge -. Tu ci hai sempre trattato come fossimo la tua famiglia. Pellegrini's era la tua vita. Noi non dimenticheremo tutto quello che hai fatto e tutto quello che ci hai dato. Ti ameremo per sempre. Riposa in pace».
Sisto era un uomo sorridente, travolgente. Un gagà gentile, un italiano all'antica. Il suo socio, Nino Pangrazio, con il quale 44 anni fa aveva rilevato questo bar aperto vent'anni prima da Leo e Vildo Pellegrini, è sopraffatto dal dolore e annulla una conferenza stampa inizialmente indetta per ricordarlo.
I melburnians sono scossi, nella città in cui ci sono quattro stagioni in un giorno, ieri c'era un solo umore, quello più cupo. Non è morto solo uno di loro, è morto il nonno di tutti. Colui che - nella capitale della scena contemporanea del caffè, quella fatta di roastery, provenienze, estrazioni - poteva vantare la prima macchina per l'espresso del CBD, il quartiere degli affari di Melbourne. Tra i suoi clienti, oltre a tanti tizi sconosciuti che amavano appollaiarsi sugli alti sgabelli davanti al bancone, c'era anche l'attore Russell Crowe, neozelandese. Che ieri ha voluto scrivere su twitter il suo ricordo: «Sisto, il mio cuore si spezza», attacca in italiano il Gladiatore, che poi prosegue in inglese: «Andavo da Pellegrini's dal 1987. Non sono mai stato a Melbourne senza fare un salto dal mio amico Sisto. Il mio dolce e leale amico accoltellato da un pazzo». Poi la conclusione di nuovo in italiano: «Così triste». In un altro post, Crowe aggiunge qualche particolare: «Era come lo zio preferito. Quando l'ho conosciuto ero un attore di teatro malpagato, mi ha sempre trattato come un Principe».
Sisto era nato a Sant'Egidio alle Vibrate, nel teramano, ma la sua famiglia era della provincia di Ascoli. A quindici anni si era trasferito in Australia dove aveva esportato il lifestyle italiano. Aveva due figli uno dei quali, Davide, gli aveva appena dato la prima nipote, Sofia.
«Era sempre sorridente, amava le belle macchine italiane e la bella vita - ci racconta Domenico, genero della sorella di Sisto -. Ci raccontava di questo grande attore che era suo amico ma solo ora abbiamo capito quanto fosse amato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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