L'Ungheria sfida l'Ue sul Pride. Orbán a Ursula: "Come Breznev"

Oggi a Budapest il corteo appoggiato dalla sinistra europea nonostante il divieto imposto dalla legge ungherese sui minori. Il primo ministro: "Interverrà la polizia"

L'Ungheria sfida l'Ue sul Pride. Orbán a Ursula: "Come Breznev"
00:00 00:00

La querelle è iniziata tre giorni fa a colpi di video e social. Ursula von der Leyen ha chiesto a Budapest di consentire il regolare svolgimento del Pride per le strade ungheresi, in programma oggi. Viktor Orbán su X ha replicato con un cortese "si faccia gli affari propri". Lo scontro è servito, con la presidente della commissione Ue che, secondo il premier ungherese, sta mostrando segni di "breznevizzazione", comportandosi sempre più come il segretario generale del Partito sovietico (quando Mosca voleva decidere per gli altri). Piuttosto l'Ue si concentri sulle sfide pressanti, consiglia Orbán a von der Leyen, aree dove "ha commesso gravi errori negli ultimi anni, come la crisi energetica e l'erosione della competitività europea".

Ma non è tutto, perché l'esponente conservatore ritiene che la sua strategia non sia strampalata o isolata, ma perfettamente in grado di coagulare consenso anche esterno. E cita l'esempio dell'immigrazione, su cui in passato a Bruxelles tutti erano a favore, ricorda, "la chiamavano Willkommenkultur, era una cosa buona. In quel caso in pochi dissero no, sono passati alcuni anni e oggi tutti dicono esattamente quello che diciamo noi", rivendica.

La scorsa primavera per proteggere i bambini l'Ungheria aveva vietato il gay Pride grazie ad alcuni emendamenti ad una legge del 2021, che antepone la tutela dei minori al diritto di manifestare. In sostanza si proibisce la rappresentazione pubblica di "divergenza dall'identità di sé corrispondente al sesso alla nascita, cambio di sesso o omosessualità".

La risposta del numero uno della Commissione si ritrova nell'appello che ha lanciato a Budapest, in cui ricorda i valori dell'uguaglianza e non discriminazione, "sanciti nei nostri trattati e devono essere rispettati in ogni momento in tutta l'Ue". Ci saranno conseguenze legali per chi organizzerà o parteciperà al Budapest Pride attacca il premier in un'intervista radiofonica, aggiungendo che la polizia potrebbe interromperlo visto che in linea di principio, "ne ha il diritto, se qualcuno si presenta con abiti inadeguati tali azioni non possono essere fatte, ma se qualcuno le fa, ci saranno conseguenze legali". Il suo consiglio pubblico è di rispettare le leggi, in caso contrario "dovranno affrontare le chiare conseguenze legali descritte".

Ma Gergely Karácsony, sindaco di Budapest, alza un muro e annuncia che la città ospiterà il Pride come evento municipale, aggirando in questo modo il divieto della polizia, anche per via della massiccia presenza di esponenti europei, come la commissaria Ue per l'Uguaglianza, Hadja Lahbib, i presidenti dei gruppi dei socialisti (S&D), dei liberali (Rinnova) e dei Verdi al Parlamento europeo Iraxte Garcia Perez, Valerie Hayer e Terry Reintke, l'ex premier irlandese Leo Varadkar, e dall'Italia Brando Benifei (Pd), Carlo Calenda e Ivan Scalfarotto.

Karácsony ha addirittura convocato una conferenza stampa ad hoc per accusare Orbán di aver fatto male i suoi calcoli: "Nessuno può essere cittadino di seconda classe, né in Ungheria né nell'Unione Europea. Tutti i diritti su cui è stata costruita l'unità europea sono uniformi e indivisibili".

Ma Orbán non demorde e raddoppia la dose: Bruxelles pensa all'Ungheria come ad un Paese subordinato, "vogliono dirci come dovrebbe essere il sistema giuridico".

Intanto per le strade della capitale ha fatto capolino un poster con l'immagine di Orbán sotto il titolo "un'altra Ungheria è possibile" e sull'abito del premier la scritta "Free Maja" in omaggio ad un'attivista detenuta nel Paese. Al Budapest Pride arriva il sostegno di 30 paesi fra cui Francia, Gran Bretagna e Germania. Oggi scintille assicurate.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica