Francesca Angeli
Roma Con il governo giallo-verde lo spoil system raddoppia. Prima il ministro dell'Istruzione, il leghista Marco Bussetti, ha tagliato la testa al presidente dell'Agenzia Spaziale, Asi, Roberto Battiston, scatenando l'irritazione del suo sottosegretario, il pentastellato Lorenzo Fioramonti che aveva denunciato come la decisione non fosse stata «condivisa». Poi è toccato invece al ministro delle Infrastrutture, l'ineffabile grillino Danilo Toninelli, accompagnare alla porta l'amministratore delegato Anas, Gianni Vittorio Armani, che due giorni fa ha rassegnato le sue dimissioni subito seguito a ruota da tutti i componenti del cda: il presidente Ennio Cascetta, Cristiana Alicata, Vera Fiorani e Antonella D'Andrea che hanno così fatto decadere automaticamente il cda. Dimissioni, quelle di Armani inevitabili visto che sosteneva la fusione con Ferrovie dello Stato mentre Toninelli appena insediato aveva subito annunciato di ritenere le due società «incompatibili». Una decisione che ha provocato la reazione piccata del suo sottosegretario, il leghista Edoardo Rixi che si è detto sorpreso soprattutto dalla tempistica visto che la volontà di separare il destino di Anas da quello di Ferrovie era già stata annunciata da Toninelli.
A questo punto è chiaro quale sia il cambiamento promesso da questo governo che non «lascia» l'occupazione dei ruoli chiave ma anzi «raddoppia» visto che deve accontentare gli appetiti di Carroccio e M5s.
Il cambio dei vertici di Anas preoccupa moltissimo Confindustria che teme un blocco per le opere pubbliche. L'Ance, l'associazione nazionale costruttori, si augura «che la fase di rinnovo sia chiusa in fretta e che nel frattempo la società non subisca un blocco che penalizzi i tanti progetti attivati». Anche per l' Oice, associazione delle società di ingegneria e architettura «i rischi di un blocco del settore ci sono tutti: sembra quasi una tempesta perfetta in danno di chi opera sul mercato che rischia di determinare la perdita di migliaia di posti di lavoro».
Ed è Toninelli stesso all'indomani delle dimissioni a spiegare che «con un governo nuovo non si poteva andare avanti» visto che il cda dimissionario «era stato rinnovato per altri tre anni con uno stratagemma, quello della fusione con Fs». Quindi aggiunge Toninelli nessuna forzatura: «si è trattato di un ricambio naturale». Il ministro delle Infrastrutture ritiene che l'Anas debba occuparsi «solo della gestione, la costruzione, la manutenzione e la messa in sicurezza di strade». La società deve affrontare pure la spinosa questione dei «circa 10 miliardi in contenziosi, la maggior parte causati dal meccanismo delle varianti in corso d'opera. È un problema che non è stato risolto neanche negli ultimi anni e che noi dobbiamo risolvere», promette Toninelli soprattutto «per la sicurezza dei cittadini».
Bocciata la fusione Anas- Fs Toninelli punta diritto invece a quella tra Ferrovie ed Alitalia. «A differenza di quanto avvenuto nella tentata fusione di Fs con Anas, fatta senza un piano industriale e una visione, il piano industriale tra Fs e Alitalia ci sarà e sarà concreto- assicura Toninelli-. E farà cambiare idea anche a Fitch». Toninelli fa riferimento al giudizio negativo emesso dall'agenzia di rating rispetto ad una fusione Ferrovie Alitalia senza la partecipazione di Anas. Ma chi sarà il nuovo amministratore delegato di Anas? Toninelli promette tempi brevi: una nomina «entro la prossima settimana». Anche se il ministro spiega di non voler fare le cose in fretta perchè, dice «il nuovo nome è importante perchè deve accompagnare il mio ministero e il Mef nel distaccamento di Anas da Fs».
Sembra che sia in
alto mare anche la sostituzione di Battiston. Per la Lega il nome giusto è quello dell'ex capo di stato maggiore Pasquale Preziosa non particolarmente gradito ai Cinquestelle che temono una militarizzazione dello spazio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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