Coronavirus

Macron chiude fino all'11 maggio fa mea culpa e promette più aiuti

Tra un mese ripartiranno le scuole elementari

Macron chiude fino all'11 maggio fa mea culpa e promette più aiuti

Qualche mea culpa, il vanto della produzione made in France di mascherine e respiratori, infine l'annuncio atteso (e temuto): «Nel Grand Est come nell'Île de France gli ospedali sono saturi, dobbiamo quindi proseguire i nostri sforzi e applicare le regole. Per questo il confinamento proseguirà fino a lunedì 11 maggio, che segnerà l'inizio di una nuova tappa in cui riapriremo progressivamente le scuole». Le superiori non riprenderanno fisicamente prima dell'estate. Riapriranno invece le aziende: «Stabiliremo delle regole con le parti sociali», spiega Emmanuel Macron parlando alla nazione al 28° giorno di lockdown. I grandi festival non si terranno almeno fino a metà luglio, dice, chiedendo agli eletti di non aggiungere «provvedimenti» a livello locale. Continuano i gesti barriera obbligatori e il distanziamento. Per aprire bar e ristoranti, si aspetta luglio. «C'è quindi un lavoro da fare rapidamente per il settore del turismo, a partire dalle tasse», avverte Macron. Soldi subito. Poi, l'annuncio di «aiuti alle famiglie più modeste» ed entro l'11 maggio la Francia dovrà essere in grado di «testare tutti quelli che presentano un sintomo» di Covid19. Situazione sanitaria in miglioramento malgrado i 14.967 morti (+574 in 24 ore).

Paese tecnicamente in recessione e paura del «dopo». «La fine definitiva di questa prova? Mi piacerebbe potervi rispondere, ma non abbiamo risposte definitive», dice Macron. Finché non ci sarà «un vaccino», siamo appesi. La Fase 2 è però in programma. «Il Paese investirà nella ricerca per accelerare il lavoro», assicura Macron dopo aver consultato i medici: tra loro il controverso Didier Raoult, araldo del trattamento con idrossiclorochina considerato dall'élite parigina uno scomodo controcanto. «Nessuna pista sarà trascurata», assicura invece Macron per placare le polemiche dei giorni scorsi: solo il 38 per cento si fida del governo per affrontare l'epidemia, secondo l'Ifop, e l'Eliseo affronta pure il faccia a faccia tra sindacati e Confindustria francese, che chiede di «lavorare di più per compensare gli effetti del lockdown sull'economia». Alcuni fast food stanno già iniziando a riaprire con consegne a domicilio o all'esterno dei locali. Per esempio, McDonald's: una dozzina nell'ovest e tre nell'Île de France. Alcuni in astinenza da Big Mac ieri non hanno esitato a prendere l'auto: file già alle 11 del mattino. Il ministro della Sanità parla di 50mila test al giorno «entro fine aprile» e ne promette 100 mila entro fine giugno, contando sui sierologici. «Basso costo e facilità d'uso». È sufficiente una goccia di sangue. La Fase 2 disegnata da Macron prevede pure che «le frontiere resteranno chiuse».

Dall'11 maggio, i sindaci dovranno invece assicurare a ogni cittadino una mascherina, grazie a importazione e mobilitazione dei nostri imprenditori: «Abbiamo moltiplicato per cinque la produzione».

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